Cronaca

Strumenti musicali, il mercato
"nero": incontro con Fabio Perrone

Fabio Perrone

Si è svolta ieri a Milano la conferenza internazionale organizzata dalla Cattedra Unesco di Business Integrity and Crime Prevention in Art and Antiquities Market, in collaborazione con la Fondazione Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale e l’International Scientific and Professional Advisory Council of the United Nations Crime Prevention and Criminal Justice Programme.

L’evento, tenutosi a Palazzo Visconti, ha visto la partecipazione di esperti nel settore dell’arte che hanno discusso temi legati all’aggiornamento del Codice Etico dell’Unesco per i dealer dei beni culturali, la regolamentazione e il contrasto al riciclaggio.

Interessati dal tema trattato anche gli strumenti musicali per l’interesse collezionistico, per gli alti valori di mercato riconosciuti alla liuteria antica e per la relativa facilità di trasferimento dei beni da uno Stato all’altro che, dai dati disponibili nell’Osservatorio antiriciclaggio e anticontraffazione, hanno agevolato nell’ultimo decennio le cosiddette operazioni di riciclaggio di denaro finalizzate alla reimmissione di equivalenti valori economici nel circuito lecito del commercio d’arte.

Dal furto di un violino alla sua emersione sul mercato, a volte possono trascorrere anche alcuni decenni e l’estrema difficoltà di tracciare una netta linea di confine tra il mercato legittimo e quello illegittimo spesso consente agli strumenti musicali rubati di transitare dal mercato “nero” a quello “grigio” a quello “bianco” rendendo particolarmente complesso anche l’intervento del diritto interno ed internazionale.

Presente alla Conferenza il prof. Fabio Perrone, Consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Cremona, che ha mostrato come l’Italia, che ha dato i natali agli strumenti di liuteria (violino, viola, violoncello, contrabbasso) con Amati, Guarneri, Stradivari e al pianoforte con Bartolomeo Cristofori, sia stata in Europa la Nazione che ha subìto negli ultimi due secoli una delle più consistenti illecite esportazioni di strumenti musicali antichi tanto da riempire decine di sale museali.

La conferenza ha offerto ai numerosi partecipanti (rappresentanti dell’Unesco, partner scientifici, accademici, professionisti del settore e stakeholder ampiamente riconosciuti nel panorama internazionale, provenienti dagli Stati Uniti, Paesi Bassi, Australia, Giappone, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Francia e Italia) la possibilità di analizzare le prospettive offerte dalla partnership pubblico-privata nella prevenzione degli illeciti contro i beni culturali, approfondendo il ruolo dei codici di condotta, delle procedure di due diligence e dei controlli antiriciclaggio nel mercato dell’arte.

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