Cultura

Str3Dvari: al Museo del Violino
stampa 3D degli strumenti

Sabato 5 ottobre alle 10.30, in Sala Fiorini del Museo del Violino, si terrà la presentazione di un nuovo percorso museale dedicato alle riproduzioni in stampa 3D ad alta risoluzione di alcuni violini delle collezioni del Museo. Insieme al conservatore Riccardo Angeloni, interverranno il professor Ferdinando Auricchio del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura e il professor Marco Malagodi del Laboratorio Arvedi di Diagnostica Non Invasiva dell’Università di Pavia.

Negli ultimi dodici anni il Laboratorio Arvedi dell’Università di Pavia, con sede nel Museo, ha acquisito una corposa raccolta di modelli 3D ad alta risoluzione degli strumenti delle collezioni del Museo del Violino. Fino ad ora, la fruizione di questi modelli è stata solo possibile in maniera digitale, ma oggi, con gli impressionati risultati raggiunti dalle tecnologie di stampa 3D, sempre più precise ed accessibili, è stato possibile inserire nel percorso museale le riproduzioni fedeli da toccare e osservare da vicino, in questa occasione realizzate in collaborazione con altri laboratori dell’ateneo Pavese: CVMLab (Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione), Protolab e Compmech (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura).

Il violino è un oggetto complesso, frutto del perfetto connubio tra estetica e funzionalità, dosate da generazioni di artefici del cui genio i singoli prodotti rappresentano la testimonianza materiale storica. Ognuno di essi è depositario di valori culturali e simbolici, nonché delle vicende di cui è stato protagonista o spettatore.
Allestire un museo di violini significa trovare il modo di comunicare queste istanze a pubblici diversi con bisogni informativi e culturali altrettanto vari.

Il Museo del Violino, sin dalla sua progettazione, ha voluto inserire percorsi multisensoriali (visivi, uditivi, tattili e olfattivi) e multimediali, che coadiuvati dall’esperienza unica dell’ascolto dal vivo, a margine della visita, degli strumenti storici (resa possibile da un auditorium progettato a tal fine) tentano di coprire le crescenti, e legittime, esigenze del visitatore.

Uno dei pubblici più severi è quello degli specialisti, che nel mondo del violino è composto da liutai, restauratori, studiosi ed esperti. Per queste categorie in particolare, l’esperienza del violino chiuso nella teca soddisfa solo parzialmente il bisogno di carpire i dettagli stilistici, le forme, i volumi dell’oggetto, che spesso possono essere apprezzati solo attraverso la manipolazione diretta. A tal fine, il Museo organizza incontri di studio, ad esempio quelli nell’ambito del Piano di salvaguardia della Liuteria Cremonese – Patrimonio Unesco, in cui, con tutte le precauzioni del caso, è possibile analizzare dal vivo gli strumenti dei grandi liutai del passato. Questa soluzione, per ragioni conservative e di sicurezza, può solo coprire una ristretta e selezionata porzione di pubblico, in modo occasionale.

L’integrazione nel percorso museale di strumenti della collezione scansionati e stampati in 3D con tecnologie ad alta risoluzione permetterà invece, a tutte le parti interessate, di accedere alle informazioni costruttive e tecniche del modello semplicemente visitando gli spazi museali dedicati e maneggiando direttamente la replica stampata.

Sabato verrà presentato il primo violino stampato all’interno di questo progetto: chi altri se non il violino Cremonese 1715 di Antonio Stradivari che la stessa sera sarà protagonista del palco dello Stradivarifestival?

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...