Consumo di suolo, l'inventore di
VenTo: "La politica non fa abbastanza"
Le parole di Paolo Pileri, docente al Politecnico, domenica in sala Zanoni. Attimi di nervosismo con l'assessore all'Ambiente Simona Pasquali. E sulla frase shock di Feltri contro i ciclisti: "Parole sbagliate. Ma se alcuni si permettono di dirle è anche perchè altri non sono in grado di raccontare cosa significhi la ciclabilità e forse si limitano a pensare che sia solo un modo per spostarsi"
Un necessario cambio di paradigma che la politica ancora stenta ad attuare: Paolo Pileri, professore di Pianificazione territoriale ambientale al Politecnico di Milano, ha presentato domenica scorsa in sala Zanoni il suo ultimo libro “Dalla parte del suolo”, in un incontro organizzato dalla consigliera di M5S – Cremona Cambia Musica Paola Tacchini.
“Di suolo se ne consuma ancora troppo – spiega Pileri che è stato l’ideatore del progetto di ciclovia VenTo, ora critico sul modo in cui lo si sta attuando – la politica ha un’enorme responsabilità perchè ha il potere di decidere. Non basta tirare il freno a mano, dobbiamo proprio fermarlo questo consumo di suolo. E non può essere solo qualche sindaco ad agire ma devono essere in tanti, abbiamo bisogno di un’azione di massa, anche da parte delle associazioni, dei movimenti di figure culturali: il suolo è davvero in sofferenza”.
“La legge della Regione Lombardia non funziona, è un colabrodo non ha fermato niente, se no non saremmo qui a dire che è la prima regione d’Italia per consumo di suolo, da anni quest’anno ha sfondato la soglia dei 900 ettari in un anno. Pur avendo una legge che a parere della Regione è una super legge, i dati dicono questo. Purtroppo devo dire che anche chi la penserebbe diversamente ‘non fa chiasso’, come direbbe il Papa, ma in qualche misura alla fine la usa”.
Il caso di Picenengo, dove c’è il progetto di trasformazione di un’area agricola in area logistica, è sintomatico: “La politica deve lavorare preventivamente: non basta dire che non ci sono gli strumenti per togliere l’edificablità dai piani urbanistici vigenti perché quella previsione arriva dal passato. Il ruolo della politica è inventare, proporre, nella filiera verticale e fino al Parlamento, in modo anche ossessivo, delle leggi che consentano ai sindaci di rimuovere l’edificabilità. Non basta dire non ci sono gli strumenti, se fai il politico devi lavorare perchè questi strumenti esistano”.
Pileri ha portato l’esempio di sindaci che hanno subìto processi per aver cambiato le regole del Pgt andando a ledere interessi, finendo poi prosciolti, e su questo si è creato qualche momento di tensione con l’assessore all’Ambiente Simona Pasquali che ha introdotto l’incontro: “Ho letto il libro, mette insieme molti concetti. Se la prende molto con gli amministratori locali e penso che si debbano prendere le critiche come dei suggerimenti. Noi a Cremona siamo figli di uno sviluppo espansivo incredibile: il piano regolatore degli anni Ottanta prevedeva una grande espansione della città, che poi non si è verificata: all’epoca era così che si intendeva lo sviluppo del territorio. Ci sono ad esempio aree residenziali che si sono sviluppate attorno a aree industriali, errori urbanistici, storture, i cui effetti si vedono oggi. Ebbene, noi in questi anni abbiamo fatto varianti in riduzione per 1 milione di mq di potenzialità edificatorie. E abbiamo stralciato infrastrutture che come noto, “chiamano altre infrasteutture”, ad esempio la strada sud e la viailità nell’area Morbasco sud. Istituendo invece il Plis del Po e del Morbasco oltre a un Piano sul rischio idrogeologico”.
E in merito alla frase shock del consigliere regionale Feltri che sta ancora facendo discutere e inorridire (“I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”): “Feltri ha detto una cosa sbagliata. La ciclabilità non è un vezzo di qualcuno o di gente che ama andare a letto con la bici, è una grandissima opportiunità anche per costruire occupazione e rigenerare territori. Se alcuni si permettono di dire quello che ha detto Feltri è anche perchè altri non sono in grado di raccontare cosa significhi la ciclabilità e forse si limitano a pensare che sia un solo modo per spostarsi. Invece, soprattutto per aree come queste che hanno bisogno di una loro identità e hanno a disposizione un territorio meravigliiso, la ciclabilità è una carta importantissima da giocare, anche come turismo lento e come altra fdilosfia di vita”.
Giuliana Biagi