Chiesa

Boschetto e Migliaro accolgono
don Arienti e don Premoli

Nella gallery, l’ingresso di don Arienti e don Premoli (foto Diocesi di Cremona)

Le comunità Santa Maria Annunciata e Santa Maria Nascente, con le parrocchie rispettivamente situate nelle frazioni Boschetto e Migliaro di Cremona, hanno accolto don Paolo Arienti come nuovo parroco e don Nicola Premoli come nuovo collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” (formata anche dalle parrocchie Sant’Ambrogio e San Giuseppe al Cambonino), unità pastorale di cui Arienti era già moderatore con l’incarico di parroco a S. Ambrogio e S. Giuseppe.

All’ingresso della chiesa del Boschetto, dove si è svoltola la celebrazione di insediamento presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, l’assessora del Comune di Cremona con delega a politiche sociali e fragilità, Marina Della Giovanna, ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale: «L’auspicio è che le nuove comunità sappiano accoglierla con calore e con entusiasmo». E ancora: «L’Amministrazione comunale vi è vicina e ha molto cara la parola “prossimità”. Per essere vicino ai cittadini ha anche bisogno di voi e del vostro lavoro: guardiamo ai prossimi anni con il desiderio di lavorare insieme».

È iniziata quindi la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo e alla quale hanno preso parte anche gli altri sacerdoti già collaboratori pastorali dell’unità pastorale: don Umberto Zanaboni e don Nicolas Diene. Tra i concelebranti il vicario zonale, don Pietro Samarini, e don Luigi Mantia, cappellano della casa di cura Figlie di San Camillo, presente sul territorio delle parrocchie.

Dopo la lettura del decreto di nomina e l’aspersione dell’assemblea per mano del nuovo parroco, un rappresentante della parrocchia ha rivolto alcune parole di saluto e benvenuto ai due nuovi sacerdoti: «Oggi celebriamo non solo l’arrivo del nuovo parroco e del collaboratore, ma anche un momento di rinnovamento e di speranza per tutti noi: siamo pronti a camminare insieme, a costruire legami di amore e di solidarietà e a mantenere viva la nostra comunità parrocchia».

«Noi già ci conosciamo – ha quindi aggiunto rivolto a don Arienti –: il tuo arrivo ampiamente annunciato non ci trova sorpresi e le tante attività svolte insieme nell’unità pastorale ci hanno dato l’opportunità di conoscerci e di iniziare, ormai da qualche tempo, un cammino comune».

Il saluto è stato poi per il nuovo collaboratore parrocchiale: «Caro don Nicola, a te invece un vero benvenuto! Verrai ad abitare proprio qui al Boschetto e speriamo che tu ti possa sentire a casa: noi ti accogliamo a braccia aperte perché sappiamo quanto sia importante la presenza di un sacerdote tra le nostre case».

La celebrazione è quindi proseguita con la liturgia della Parola e con la lettura del Vangelo proclamato da don Arienti.

Nell’omelia il vescovo Napolioni ha esordito con un riferimento alla seconda lettura del giorno: «Mi parla molto questa lettura di ricchi che accumulano tesori, perché anche io come vescovo e noi come Chiesa siamo ricchi: ricchi dei credenti nelle parrocchie e di sacerdoti. Ma come tutti i ricchi corriamo il rischio di non accettare di diventare poveri e iniziamo a mettere il segno meno: meno gente, meno ragazzi, meno fede… e cominciamo a piangere, a lamentarci». «Anche le parrocchie devono fare la loro strada: all’inizio avevate paura, ma ora vi state accorgendo che è possibile avere un guadagno nell’unità pastorale – ha quindi proseguito il vescovo – come con i vini buoni servono grappoli di parrocchie e di sacerdoti che fanno un vino buono se conserviamo l’unità condividendo». Ha poi continuato Napolioni: «I vostri sacerdoti faranno un po’ di girandola, non per fare turismo tra le comunità, ma per animarle e servirle ancora meglio e crescere insieme da adulti credenti».

Il saluto del parroco don Paolo Arienti

La Messa è quindi proseguita con il Credo, solennemente professato dal nuovo parroco, e con la liturgia eucaristica, alla quale è seguito, prima della benedizione finale, il saluto di don Paolo Arienti ai fedeli presenti: «Quello che stiamo vivendo certamente non inizia oggi: sappiamo già da tempo che vivere un’unità pastorale non è solo una questione giuridica. Un’unità pastorale è certamente una necessità, un adeguarsi, ma anche una grande opportunità perché, è un dinamismo che ci aiuta a respirare insieme agli altri».

Ha quindi auspicato: «Proviamo soprattutto a uscire dall’idea di una parrocchia santuario, dove vado per prendere dei servizi, magari anche nobilmente spirituali: proviamo a entrare in un’altra dimensione di gente che si stima, che mette insieme le vite familiari, scolastiche, professionali, anche le fragilità e i limiti».

Non è mancato poi un ricordo per l’ultimo parroco che l’ha preceduto, don Maurizio Ghilardi: «Ieri pomeriggio l’ho incontrato e nel salutarci abbracciandoci mi ha ricordato quanto sarà impegnativo quello che ci aspetta, perché anche lui negli scorsi anni ci ha lavorato e certe cose le ha sofferte un po’ anche lui».

«Noi siamo solo collaboratori della nostra gioia, come dice l’apostolo Paolo in una sua lettera – ha quindi concluso don Paolo –. Nulla di più, ma neanche nulla di meno: chiedeteci questo e non di fare il grest e le altre attività. Noi preti viviamo un po’ in macchina, un po’ nelle case degli altri, un po’ qua, un po’ là, perché qua e là ci sono persone, ci sono cose da costruire, vivere una vita per condividere».

Il saluto di don Nicola Premoli

Poi anche don Nicola Premoli ha rivolto un breve saluto alle comunità: «La prima cosa che vi chiedo è di perdonare i miei difetti: io cercherò di migliorarli, però vi chiedo che voi me li perdonate in anticipo, so che lo farete, quindi parto già tranquillo per questa cosa». «La cosa da cui si capisce che siamo cristiani è dal modo in cui ci vogliamo bene. Se noi impareremo a fare questo, a far vedere agli altri come ci vogliamo bene, avremo già fatto l’evangelizzazione più importante e non ci sarà bisogno di tante parole», ha pertanto concluso don Nicola come auspicio per le quattro comunità.

Al termine della celebrazione la comunità si è ritrovata nel salone dell’oratorio per un momento di festa conviviale, occasione per conoscere il nuovo collaboratore don Nicola insieme agli altri sacerdoti.

I nuovi sacerdoti

Don Paolo Arienti, classe 1972, originario di Piadena, è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1999. Ha iniziato il proprio ministero a Cremona come vicario della parrocchia di S. Abbondio. Nel 2002 è stato inviato a Roma per continuare gli studi e ha conseguito la licenza in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Rientrato in diocesi è stato vicario a Cristo Re in Cremona e segretario dell’Ufficio evangelizzazione e catechesi (2004-2011). Dal 2011 al 2021 ha ricoperto il ruolo di incaricato diocesano di Pastorale giovanile, presidente della Federazione Oratori Cremonesi e dell’associazione NOI, oltre che consulente ecclesiastico del CSI di Cremona. Dal 2017 al 2021 è stato inoltre coordinatore dell’area pastorale “In ascolto dei giovani”. Nel 2012 è stato nominato parroco in solido delle parrocchie di Binanuova, Ca’ de’ Stefani, Gabbioneta e Vescovato; e dal 2014 al 2018 anche di Pescarolo e Pieve Terzagni. Nel 2021 è stato nominato parroco della parrocchia S. Ambrogio in Cremona, con anche il ruolo di moderatore dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” (S. Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro). Nel 2023 è stato nominato parroco anche della parrocchia del quartiere Cambonino e ora pure di quelle di Boschetto e Migliaro. Dal 2000 è docente in Seminario e dal 2008 anche presso l’Istituto superiore di Scienze religiose S. Agostino.

Don Nicola Premoli, classe 1976, originario di Covo, è stato ordinato sacerdote il 10 giugno 2017. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di Bozzolo e nel 2022 ha assunto lo stesso incarico anche per la parrocchia di San Martino dall’Argine. Ora il vescovo l’ha trasferito a Cremona come collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” formata dalle parrocchie di S. Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro.

Diocesi di Cremona

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