Cronaca

Prosus in liquidazione, il sindacato:
"Qui i suini dalle zone rosse"

Salvare il salvabile della Prosus destinando il macello all’abbattimento e lavorazione dei suini provenienti dagli allevamenti in zona rossa, decretati dalla Regione ai fini del contenimento della Psa. E la proposta che oggi, a pochi giorni dall’apertura della procedura di liquidazione giudiziale della cooperativa, ripropone il sindacato Flai Cgil.

“L’avevamo già proposta al tavolo in Regione lo scorso maggio”, spiega Fabio Singh, segretario provinciale Flai Cgil. “Oggi la riteniamo ancora più auspicabile in considerazione delle problematiche sollevate dalla diffusione della  peste suina africana. Il beneficio sarebbe doppio: mantenere in funzione le linee produttive del macello, in vista di una auspicabile acquisizione da parte di terzi una volta conclusa la procedura di liquidazione; e dare una prospettiva di lavoro ai circa 150 dipendenti  diretti, per i quali il 5 novembre cesserà la cassa integrazione straordinaria.” Per chi di loro ne avrà le caratteristiche, se non saranno riassorbiti nel mondo del lavoro, ci sarà solo la Naspi.

Il tribunale di Cremona ha  sentenziato lo scorso 16 settembre l’avvio della procedura di liquidazione giudiziale della cooperativa di Vescovato al confine con Gadesco Pieve Delmona. Falliti tutti i tentativi posti in atto di arrivare a un concordato preventivo, è stata fissata anche la data per l’esame dello stato passivo davanti al Giudice delegato: si terrà il 22 gennaio prossimo. Poco meno di 58 milioni di euro l’ammontare dei debiti della società, che dall’ottantina di soci è arrivata oggi ad averne meno di una decina.

“Ci auguriamo – aggiunge Singh –  che la nostra proposta possa essere seriamente presa in considerazione, l’esercizio provvisorio sarebbe l’occasione di salvare gli aspetti sociali e occupazionali e al tempo stesso fornire un servizio necessario per il contenimento della Psa”.
Giuliana Biagi

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