"Le acque turbolente della devianza
giovanile". Esperti a confronto
“Navigando tra le acque turbolente della devianza giovanile: comprendere ed affrontare la devianza giovanile, un’indagine multidisciplinare del comportamento deviante tra i giovani. Cause, conseguenze e soluzioni”. Questo il titolo dell’incontro promosso da Aiaf Lombardia (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori), dall’Ordine degli avvocati di Cremona e dalla Camera Penale di Cremona e Crema “Sandro Bocchi”, che si è tenuto oggi alla sede dell’Ordine degli avvocati in tribunale a Cremona.
L’incontro ha visto gli interventi del dottor Davide Bregoli, psicoterapeuta, psicologo specializzato in psicologia giuridica forense e dell’età evolutiva, e degli avvocati Marilena Gigliotti, consigliere della Camera Penale di Cremona e Crema, delegata di Camera Penale Lombardia Orientale e associata alla Camera Minorile e per la Famiglia di Brescia, e Jennifer Bertuzzi, del Foro di Brescia e referente territoriale sezione Aiaf Brescia, componente del direttivo nazionale Aiaf e del Comitato direttivo regionale Aiaf Lombardia.
“Un problema diventato di stringente attualità nei nostri tempi, per un’impennata, negli ultimi mesi, di comportamenti devianti che hanno accresciuto il senso di insicurezza“, ha detto l’avvocato Gigliotti, che si è occupata dell’aspetto penale del fenomeno, con esplicito riferimento al quadro normativo con la presa in carico dei minori. Quadro normativo che negli ultimi tempi ha subito un’evoluzione, soprattutto per l’effetto del decreto Caivano, entrato in vigore un anno fa e poi trasformato in legge.
“Un decreto”, ha spiegato l’avvocato Gigliotti, “che ha fatto registrare in chi si occupa di problematiche minorili un passaggio da un paradigma che era puramente rieducativo a uno più repressivo, cosa che lascia intravedere, da parte degli operatori di giustizia, delle preoccupazioni. Prima avevamo un sistema molto efficace, sia pur datato, ma che si occupava della presa in carico del minore, del suo reinserimento e della sua educazione, un motivo di vanto e un modello molto valido anche a livello europeo. Il modello Caivano, emanato sulla spinta emotiva del momento emergenziale, ha fatto invece registrare un’inversione di tendenza, puntando maggiormente sull’aspetto repressivo più che su quello rieducativo. Tra le due esigenze, invece, ci dovrebbe essere un equo contemperamento. Questo non solo nell’interesse del minore, ma a beneficio di tutta la collettività”.
“Il numero dei reati messi in atto da minori è aumentato esponenzialmente”, ha detto a sua volta il dottor Davide Bregoli, psicoterapeuta, psicologo, che ha citato l’esempio della strage familiare commessa dal 17enne a Paderno Dugnano. Per prevenire questi episodi”, secondo l’esperto, “bisogna intervenire a più livelli, a cominciare dalla famiglia. Bisogna sostenere le famiglie e aiutarle nel momento in cui sono in difficoltà”. L’intervento di Bregoli è stato un vero e proprio viaggio attraverso l’analisi dei fattori critici che portano un minore ad entrare in questo mondo deviante per arrivare alle possibili soluzioni, con piccoli suggerimenti su come bisognerebbe intervenire. “Ad esempio lavorando sulla responsabilizzazione sia dei ragazzi, ma anche della famiglia”.
L’incontro è stato promosso da Aiaf Lombardia, rappresentata oggi dalla sua presidente Chiara Tomasetti, che ha parlato, riferendosi a una delle cause del problema, di una “mancata gestione della responsabilità familiare“. “Un convegno attualissimo”, ha detto la presidente, “tanto che una professoressa ci ha chiesto di poter partecipare, sia come professoressa che come mamma. Per questo si pensava anche di raggiungere le scuole con questo tema così sentito e così delicato”.
Sara Pizzorni