Cronaca

"O mi dai i soldi o sparlo di te":
estorsione da 20.000 euro

Un 27enne straniero nato a Cremona è a processo per estorsione, in quanto, approfittando della fragilità di un cremonese di 29 anni, si sarebbe fatto consegnare del denaro dietro la minaccia di divulgare ai genitori e ai suoi amici false notizie sul suo conto, sostenendo peraltro che gli fosse debitore per ragioni riconducibili all’acquisto di droga e al gioco d’azzardo. Somme di denaro via via crescenti, fino ad arrivare ad un ammontare complessivo di 20.000 euro. I fatti contestati vanno dall’ottobre del 2021 al luglio dell’anno successivo.

L’avvocato Spampinato

I due abitavano nello stesso quartiere e si erano conosciuti all’oratorio del quartiere Zaist. Inizialmente l’imputato avrebbe chiesto piccole somme per urgenze momentanee, ma poi le richieste sarebbero diventate sempre più costanti e consistenti, con chiamate quasi tutti i fine settimana. Il 29enne, che oggi ha testimoniato in aula, si era lasciato intimorire. “Gli dicevo di sì perchè mi faceva paura”, ha detto la presunta vittima.

Arrivato ad un punto limite, il 16 luglio del 2022 il ragazzo si era confidato con i genitori. Poi la denuncia in Questura e le indagini della polizia. Fondamentali, nell’indagine, come ha spiegato il sostituto commissario coordinatore Luca Mori, le analisi del traffico telefonico.

L’avvocato Tabaglio

Oggi è stata sentita anche la psicologa che ha avuto in cura il 29enne dalla fine del 2019 fino ai primi mesi del 2022. “Un ragazzo fragile, timido, introverso”, ha detto la testimone. “E’ venuto da me su suggerimento dei genitori per acquisire maggiore sicurezza e maggiore autostima”.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 6 novembre per sentire i genitori della presunta vittima, che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Vito Alberto Spampinato, e il parroco dell’oratorio dove i due si vedevano. L’imputato, incensurato, che ha sempre negato di aver avuto atteggiamenti violenti, nè fisici, nè verbali nei confronti del 29enne, è assistito dall’avvocato Massimo Tabaglio.

Sara Pizzorni

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