Cronaca

Coniugi raggirati e inseguimento
E' furto in abitazione: due condanne

Dopo averli interrogati, il gip, lo scorso 24 aprile, aveva contestato a due napoletani arrestati dai carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento, il reato più grave di estorsione, e non più quello originario di truffa. Vittima, una coppia di coniugi cremonesi. Oggi per i due imputati è arrivata la sentenza di condanna. Non più estorsione, ma furto in abitazione, reato per il quale i due, di 53 e 41 anni, uno pregiudicato, l’altro incensurato, sono stati condannati ad una pena di 3 anni e 10 mesi e di 3 anni e 8 mesi. Entrambi erano assistiti dall’avvocato Mimma Aiello.

L’avvocato Aiello

I malviventi erano entrati in azione nel pomeriggio del 19 aprile, mettendo in atto l’ormai collaudata truffa del finto carabiniere ai danni di marito e moglie: prima la chiamata che li avvisava che la figlia aveva investito un’anziana con la nipotina e che rischiava l’arresto, e poi una seconda telefonata, da parte di un sedicente avvocato, che chiedeva di versare una somma di diverse migliaia di euro per risolvere la situazione.

Le vittime, spaventate, avevano quindi recuperato tutto il denaro e i gioielli presenti in casa, consegnandoli al finto carabiniere che si era presentato alla loro porta. Una nuova chiamata del falso avvocato aveva però insospettito la coppia, che aveva deciso di telefonare alla figlia, scoprendo che non era successo nulla e che erano stati raggirati.

I carabinieri, una volta avvertiti, avevano intercettato i sospettati mentre si allontanavano a bordo di un’auto. Alla vista delle pattuglie, era scattata la fuga, a forte velocità, verso il centro cittadino. L’inseguimento, al quale avevano preso parte sia pattuglie in borghese che un’autoradio del Radiomobile, era stato rocambolesco: i fuggitivi avevano percorso via Ghisleri, effettuando manovre e sorpassi pericolosissimi in mezzo al traffico, per arrivare poi in piazza Libertà dove, all’incrocio con via Brescia, la pattuglia dei militari aveva avuto un incidente.

Era toccato quindi agli altri colleghi continuare a tallonare i fuggitivi, inseguendoli lungo via Persico e in tangenziale, fino all’imbocco del casello autostradale. Qui le pattuglie dell’Arma, creando un blocco, avevano impedito all’auto di proseguire verso la barriera autostradale, costringendola a proseguire verso Vescovato. Poco più avanti l’auto in fuga aveva imboccato una via laterale, speronando una pattuglia dei carabinieri e ripartendo verso il casello. A questo punto i malviventi avevano speronato nuovamente l’auto dei militari, ma l’impatto era stato talmente violento che anche la loro vettura si era fermata, consentendo ai carabinieri di bloccarli.

A bordo dell’auto era stata trovata l’intera refurtiva, oltre 1.400 euro, due anelli e un trofeo in oro, restituita alle due vittime. I due erano finiti in arresto. Oggi la condanna.

Sara Pizzorni

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