Telecamere guaste, Portesani
attacca: "Il problema è serio"
Alla notizia, resa nota durante il corso dell’ultimo consiglio comunale, delle 30 telecamere guaste, non si fa attendere la replica dell’opposizione: ad attaccare è Alessandro Portesani, capogruppo della Lista Civica Novità a Cremona in consiglio comunale, commentando le dichiarazioni dell’assessore alla sicurezza Santo Canale.
“Questa amministrazione comunale è affetta dalla sindrome della nuvola di Fantozzi; soprattutto sul tema sicurezza e telecamere” evidenzia Portesani. “È incredibile che 33 telecamere su 87 si siano guastate nello stesso mese (quello di luglio) e che nessuno se ne sia accorto. Neppure il più bravo sceneggiatore di Paolo Villaggio avrebbe scritto un copione così azzeccato. Al di là della facile ironia, il problema è serio”.
E se, come ha sostenuto Canale, la causa di questo blackout sarebbe stato il caldo, il consigliere si domanda “con quali criteri siano stati acquistati questi strumenti, se le prestazioni sono a questo incredibile basso livello. Sono certo che gli addetti alla visione delle immagini (attivi 24 ore al giorno) abbiano segnalato all’amministrazione l’interruzione del servizio dello strumento. Mi chiedo altresì perché non sia stato redatto un serio piano di manutenzione anche preventiva degli impianti, con il relativo impegno finanziario sul bilancio dell’assessorato sicurezza”.
“Il tema è importantissimo e fondamentale” conclude Portesani. “Non è limitato alla spaccata di Ferragosto contro il negozio del centro storico da dove è partita la mia interrogazione. I dati pubblicati dal quotidiano il Sole24 ore, proprio in questi giorni, parlano di un dato che in pochi si sono premurati di sottolineare. L’incidenza dei reati nella nostra città rispetto all’area extraurbana è al 37%, dato inferiore solo a Milano (63%) e superiore a tutte le altre città capoluogo della Lombardia: Lodi 28%, Brescia 27%, Como 26%, Pavia 24% , Lecco 24%, Mantova 24%, Sondrio 24%, Bergamo 22%, Monza 20% e Varese 13 %. E’ un dato che smentisce la solita versione della ‘sicurezza’ percepita e non di quella reale”.