Cronaca

Virgilio: termovalorizzatore resta
oltre il 2029, no al biometano di A2A

Pochi mesi fa la bocciatura da parte della Provincia di Cremona, nell’ambito della conferenza dei servizi, del progetto per l’impianto di biometano nei pressi di Bosco ex Parmigiano, promosso da A2A attraverso una sua società controllata. Oggi il sindaco Andrea Virgilio chiarisce che i rapporti con la multiutility bresciano – milanese vanno ridiscussi partendo da Cremona 20/30, il programma che negli ultimi 5 anni l’amministrazione di centrosinistra aveva fatto diventare una bandiera della transizione green sul territorio. Nuovo obiettivo dell’amministrazione comunale in carica da tre mesi: rivedere Cremona 20/30, rimettendosi al tavolo con A2a ma escludendo in maniera categorica l’impianto di biometano, in virtù del fatto, afferma esplicitamente Virgilio, “che il termovalorizzatore non verrà chiuso nel 2029”.

Che i rapporti con A2A non fossero più quelli di un tempo era emerso anche in campagna elettorale da molte dichiarazioni pubbliche di Luciano Pizzetti. Ora il sindaco chiarisce che “c’era un percorso in atto, finalizzato insieme ad A2A, Padania Acque ed altri attori, a costruire un parco dell’economia circolare. Questi anni sono stati utili a costruire la fattibilità di questo percorso che, come sappiamo, si poneva come obiettivo quello del superamento del termovalorizzatore, con una maggioranza, la mia, che aveva scandito delle tempistiche. Ma su questo aspetto, credo che nelle intenzioni di A2A non vi sia l’intenzione di procedere nel breve termine, sono in campo degli investimenti e credo che dovranno essere ammortizzati. Io ho sempre mantenuto un atteggiamento piuttosto laico rispetto a tutte queste battaglie ideologiche sullo spegnimento, anche perchè la rete di teleriscaldamento deve essere alimentata”.

“Noi – aggiunge Virgilio – avevamo letto questa opportunità come il tentativo di innescare la possibilità sì di realizzare nuovi impianti, ma anche come una rivisitazione complessiva di quella zona con ricadute e investimenti. Questo non c’è stato, c’è stata una visione settoriale, si è agito solo nell’ottica di un impianto di biometano con le compensazioni. Non è quello che chiedevamo. Venuta meno questa premessa, non si può andare avanti come cavalli nella pista di un ippodromo; ci si ferma e sul biometano è finita qui”.

Virgilio rivendica poi il ruolo della politica: per autorizzare l’impianto di biometano servirebbe un ulteriore passaggio della norma urbanistica in Consiglio Comunale: “La scelta è in mano al Comune di Cremona e ai suoi rappresentanti, questo aspetto è sacro è compito della politica dover decidere. Per quanto mi riguarda nell’incontro avuto quest’etate con A2A ho detto che se la situazione rimarrà così penso che sia inopportuno proseguire. E la situazione rimarrà così perchè il termovalorizzatore non si spegnerà nel 2029″.

Virgilio riassume quelli che erano stati i presupposti del protocollo Cremona 20/30: “una tempistica chiara rispetto allo spegnimento del termovalorizzatore; degli impianti per sostituire il termovalorizzatore per alimentare il teleriscaldamento; e, cosa importante, una lettura complessiva di quel comparto, che è delicato, ha valenze naturalistiche, richiede mitigazioni e c’è un rapporto conflittuale coi residenti”.

“Penso – aggiunge – che tutta la vicenda A2A abbia comportato aspetti positivi per il Comune, pensiamo alla vicenda Lgh. Ma ci sono anche delle criticità. Questa può essere l’occasione per rivedere i rapporti coi comuni limitrofi; ci sono state valutazioni secondo me molto ingenerose nei nostri confronti”, una chiara allusione alle dure prese di posizione del sindaco di Gerre de Caprioli Michel Marchi. Allo stesso tempo Virgilio ammette che l’iter procedurale dell’impianto di biometano “ha coinvolto una classe dirigente “alta” della città, ma non ha coinvolto il mondo popolare e i comuni cintura. Lì ci doveva essere maggiore coinvolgimento e adesso penso che ci possa essere il modo per ripristinare determinati contatti. Non significa dare ragioni ad accuse anche spesso pesanti, ma prendere atto che ci sono state cose che non hanno funzionato”. (intervista raccolta da Giovanni Palisto)

 

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