A processo per un pelapatate
nel marsupio. Barman assolto
E’ stato assolto per la particolare tenuità del fatto. Un barman di 21 anni è finito a processo per colpa di un pelapatate che i carabinieri, durante un controllo, gli avevano trovato nel marsupio. Un oggetto atto ad offendere portato fuori senza motivo. Dopo tre anni, oggi il giovane, incensurato, ha tirato un sospiro di sollievo.
Quel pelapatate, il 21enne, che lavorava “in nero” in un ristorante di Vailate, lo utilizzava per abbellire i cocktail con le bucce d’arancia. Quello strumento era suo. Finito il lavoro se lo riportava a casa, “perché”, come ha spiegato, “se lo lasciavo là, magari non lo trovavo più, e se spariva dovevo ricomprarmelo”.
Il controllo risale alla sera del 3 dicembre del 2021. Finito il turno il ragazzo era andato a trovare la fidanzata, poi era incappato in una pattuglia. Nel marsupio aveva il pelapatate, 7 centimetri e mezzo di lama. Ai carabinieri aveva detto di non avere un lavoro perchè non se l’era sentita di dire che era pagato in nero. Non voleva inguaiare il suo titolare. Che il pelapatate fosse suo e che se lo portasse avanti e indietro lo hanno confermato in aula anche i suoi genitori e il fratello.
“Un ragazzo incensurato”, ha detto nella sua arringa l’avvocato difensore Luca Avaldi, che per la prima volta si trova davanti al tribunale. Dopo tre anni ci troviamo a fare un processo di questo tenore, un processo che presuppone comunque delle spese. Chiedo l’assoluzione”. Il pm onorario, invece, aveva chiesto di condannare l’imputato a mille euro di ammenda. Alla fine è arrivata l’assoluzione.
Sara Pizzorni