Cronaca

Palloncini bianchi e lacrime
per l'ultimo addio a Paolo Sarcone

Fotoservizio Francesco Sessa

Palloncini bianchi con sopra la scritta “Paolino” vergata in blu, una distesa di fiori e un bagno di folla hanno salutato l’arrivo del feretro sul sagrato della chiesa di San Luca, dove si è tenuto, sabato mattina, il funerale di Paolo Sarcone. La sua vita si è spenta poco dopo aver compiuto i 42 anni, sull’asfalto della Paullese, in un tragico incidente dai contorni ancora incerti.

Lacrime e dolore, dentro e fuori la chiesa, per un’esistenza strappata nel fiore degli anni. Ma nella disperazione, ha detto il sacerdote durante l’omelia, bisogna sempre cercare la speranza. “Vorrei aiutarvi a rintracciare anche ora i segni della vita, dentro la tragedia che abbiamo vissuto tutti” ha detto padre Giorgio Viganò nella sua omelia. Il sacerdote ha voluto ricordare alcuni momenti della vita di Paolo e del suo impegno nella parrocchia: “Ha sistemato la porta di ingresso della chiesa e alcune luci” ha raccontato. “Inoltre, qualche mese fa era qui in parrocchia ad aiutarci nell’organizzazione della festa dei ragazzi del collegio universitario”.

Un uomo dedito alla famiglia e agli amici, ma anche ad aiutare chi ne aveva bisogno: questo il profilo che il prete ha voluto tracciare del 42enne. Poi, si è rivolto alla sua famiglia: “A noi che restiamo Paolo direbbe: “caro papà e cara mamma, quante volte sono partito nel corso della mia vita. Partire è vivere. Non piangete, sono arrivato nel posto più bello”. Infine, un ultimo saluto a lui: “Caro Paolo, venerdì sera eri al Paradise coi tuoi cari amici. Oggi che sei nel Paradiso, ricordati di noi e regalaci consolazione e pace”.

Quando il feretro è uscito dalla chiesa, parenti e amici hanno stretto in mano il filo dei palloncini, per poi lanciarli verso il cielo, in uno scrosciare di applausi. Come a dire “Ciao Paolo, ti lasciamo andare, ma resterai per sempre nei nostri cuori”.

LaBos

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