Morì in ospedale a un mese
"Cause note e percorso condiviso"
L’Asst sintetizza i fatti essenziali in una nota che risponde all’avvocato della famiglia che si oppone all’archiviazione chiesta dal Pubblico ministero
Innanzitutto c’è “la consapevolezza che la scomparsa di una bimba di un mese di vita rappresenta un dramma emotivamente impossibile da accettare: possiamo solo immaginare il dolore dei famigliari ai quali va il nostro pensiero di vicinanza”: inizia così la nota diffusa dall’Asst sul caso della neonata morta nel gennaio scorso. Un caso che ha portato ad un’indagine contro ignoti che il Pubblico Ministero ha chiesto di archiviare. Decisione contro la quale l’avvocato della famiglia, Anila Halili, ha deciso di opporsi.
Ma dopo l’attenzione e la sensibilità per un caso drammatico, l’Asst aggiunge che “sentiamo l’urgenza e il dovere di alcune precisazioni in merito a quanto riferito dall’avvocato”. “La causa della morte è nota alla famiglia dal momento in cui la documentazione del riscontro diagnostico è stata trasmessa all’avvocato stesso in data 9 maggio 2024. Durante gli accessi e il ricovero in ospedale è stata prima ipotizzata e poi confermata una diagnosi precisa, certa e inequivocabile. Il percorso di cura è stato scrupoloso e condiviso con i genitori dal momento dell’arrivo in pronto soccorso. Nel rispetto della loro legittima preoccupazione, sono stati accolti con empatia e informati con chiarezza, passo dopo passo”.
“Dalla documentazione sanitaria emerge una presa in carico globale e scrupolosa attraverso il trattamento corretto della patologia che affliggeva la piccola, nel rispetto delle linee guida e delle buone pratiche, senza alcuna sottovalutazione”, spiega la nota.
La nota si chiude spiegando che “le evidenze sottolineate dall’avvocato non trovano riscontro nella realtà oggettiva e documentale dei fatti. La morte di un paziente è una forma di lutto anche per i sanitari che se ne prendono cura, in particolare quando si tratta di una lattante”.