Cronaca

Morì in ospedale a un mese e
mezzo dalla nascita: vicenda dal Gip

l’avvocato Anila Halili

Approderà davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cremona la vicenda giudiziaria che riguarda la morte di una neonata avvenuta nel gennaio scorso all’Ospedale cittadino dopo una serie di peripezie mediche. La piccola, nata il 7 dicembre del 2023, iniziò ad avere problemi respiratori un mese dopo, il 6 gennaio 2024. Portata al pronto soccorso, fu dimessa con diagnosi di “lieve ostruzione nasale”. Nel frattempo la madre aveva cercato di prendere appuntamento con il pediatra di famiglia per la prima visita, ma non ci era riuscita.

Dopo il primo viaggio al pronto soccorso, il 15 la piccola fu finalmente sottoposta alla prima visita pediatrica. “Nel corso della seduta medica, la madre insistette nel riferire, ai medici, i problemi respiratori della figlia. Ma anche in questo caso fu rassicurata sulle condizioni della piccola.

Tuttavia, solo tre giorni dopo, il 18 gennaio 2024, i problemi respiratori si ripresentarono, in forma ancora più violenta. Dopo l’ennesimo viaggio al pronto soccorso e il ricovero, durante il quale la donna fu nuovamente rassicurata sulle condizioni della bambina, il 21 gennaio sopraggiunse la morte della piccola.

La procura della repubblica ha ora chiesto l’archiviazione della querela che abbiamo presentato” spiega l’avvocato Anila Halili del foro di Cremona che tutela la famiglia della bambina. “Davanti a questa decisione, lunedì prossimo depositerò l’opposizione all’archiviazione che non vede indagati ma solo un procedimento contro ignoti”.

Molte le domande che ancora sono senza risposta, secondo l’avvocato: “La madre per altro non ha mai saputo i veri motivi della morte della figlia” evidenzia. “Le fu spiegato solamente che il suo cuore aveva smesso di battere, e neppure i medici ne sapevano spiegare il motivo” .

A seguito della vicenda, pesanti sono state le conseguenze su tutta la famiglia. “La madre manifesta gravi stati d’ansia, malessere e stress post-traumatico” continua Anila Halili. “L’accaduto ad oggi le impedisce di svolgere la sua attività lavorativa”.

E ora, soprattutto, quella donna vuole giustizia. “Appare evidente come la madre abbia più volte posto l’attenzione sul malessere della figlia in merito alla respirazione e che più volte queste siano state sottovalutate da diverse figure professionali” conclude il legale. “Inoltre, risulta evidente come la condotta medica possa configurare il nesso di causalità in relazione all’evento morte. Nel caso di specie l’evento morte potrebbe configurare una o più fattispecie di reato”.

Laura Bosio

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