Economia

Ripresa d'autunno, i nodi. Curci
(Cgil): "Salari bassi e precariato"

Ripresa d’autunno: sono tanti i fronti rimasti aperti nel mondo economico cremonese. I settori produttivi sono preoccupati tra l’altro per gli alti costi della transizione energetica, per le dinamiche internazionali e le incertezze dell’export. Sul fronte dei lavoratori pesano precarietà e bassi salari. In attesa che tutti gli interlocutori tornino operativi all’inizio di settembre, abbiamo cominciato a tastare il polso proprio al sindacato, iniziando con Elena Curci, segretaria generale della Cgil.

“La maggior parte delle vertenze aperte attualmente sono individuali, tra quelle più grosse ne abbiamo una nel settore edile e altre in quello chimico. Ma fortunatamente diverse situazioni si sono risolte, ad esempio quella delle lavoratici Intercos che sono state tutte internalizzate. Adesso la preoccupazione è la ripresa dell’autunno: bisogna sempre di più mettere al centro il lavoro. Molti contratti sono stati rinnovati, ma altri sono in fase di rinnovo, uno dei primi per cui dovremo incontraci subito a settembre, sarà quello dei metalmeccanici. E poi ci sono i contratti  del pubblico impiego che vedono come interlocutore il Governo. In autunno ci aspettiamo dei passi in più: il previsto aumento del 5.8% previsto per il 2021/23 è molto lontano dall’inflazione che abbiamo avuto in questi anni che è stata del 17%. L’aumento dei salari deve assolutamente andare a coprire l’inflazione”.

Elena Curci in una foto d’archivio

Preoccupa la povertà che sempre più sta investendo anche chi ha un posto di lavoro: “Occorre diminuire la precapertà: è vero che l’occupazione anche da noi èp aumentata, ma ci vuole una maggiore qualità del lavoro: contrati a tempo determinato e contratti a sominstrazione vanno superati. E poi c’è la questione delle donne, con i carichi famigliari. Questo è un problema nazionale: tutti i bonus che abbiamo visto i questi anni non sono serviti per aiutare le donne a conciliare lavoro e famiglia. Dobbiamo capire se il Governo, con la manovra di bilancio, intende intervenire. Sapendo che non ci saranno rosorse sufficienti”.

Di grande attualità il tema delle pensioni. “Abbiamo sempre detto che con l’ultima riforma dello scorso anno a nostro avviso hanno peggiorato la situazione rispetto alla Monti – Fornero. I 41 anni per tutti, bandiera della Lega, sono stati anche una proposta dalla Cgil, ma attenzione: loro vogliono inserire questa famosa quota 41, ma – cosa che noi non abbiamo mai voluto – con un calcolo interamente contributivo il che comporta per alcune pensioni una penalizzazione dal 20 al 30%. Per noi invece occorre applicare quota 41 in base ai calcoli legati alla singola storia lavorativa delle persone. Ma oltre a coloro che stanno per andare in pensione, occorre pensare anche alle garanzie per i giovani e alle persone che sono già in pensione. Bisogna stare attenti a fare una vera riforma pensionistica in cui questi tre pilastri non possono essere spacchettati”.

Sulla sicurezza sul lavoro: “La base è la formazione. Deve essere continua, rivolta ai lavoratori, ai datori di lavoro e a chi lavora in proprio. Partendo dalle scuole, tutti i soggetti devono cooperare come abbiamo fatto nel protocollo firmato in Prefettura. Occorre partire dagli studenti per costruire una nuova cultura della sicurezza. E poi mi auguro che nelle aziende vi sia un vero impegno per cambiare la cultura e mantenere sempre tutto a norma. A volte la volontà di profitto e di aumento della produttività ha determinato molte morti, fortunatamente non nella nostra provincia”.

Tra le prossime iniziative del sindacato, la raccolta firme per i 4 referendum sul lavoro ma anche contro la legge sull’autonomia differenziata. “Potrebbe essere ancora un autunno caldo come negli anni passati. Il Governo sarà pressato su temi importanti come quelli che stiamo vedendo in questi giorni: oltre a quello sempre attuale della sanità, la precarietà nella scuola e gli aumenti dei costi per le famiglie per il ritorno a scuola. E poi in Italia siamo in ritardo sul lavoro. Le nuove tecnologie, l’IA impone di trasformare il mondo del lavoro, con una formazione continua degli addetti che al momento non vediamo”.

Per quanto riguarda il commercio, Curci esprime un parere chiaro sul proliferare delle grandi piattaforme: “C’è ancora l’attenzione su Coop, sulla questione trasferimenti. L’azienda ha preso decisioni senza coinvolgere i nostri delegati né le categorie e dall’oggi al domani trovarsi la lettera in cui ti dicono che vai a lavorare fuori provincia non è simpatico. Bisogna stare assolutamente attenti. E poi chiediamo attenzione ad aprire nuove realtà sul nostro territorio, che non è grandissimo: chi ne soffre poi sono le attività esistenti se si riduce sempre più l’utenza, con inevitabili ricadute occupazionali.  Nel commercio poi ci sono tanti contratti multiservizi e su questo siamo chiari: siamo sempre dell’idea che un salario minimo sia fondamentale, insieme a una legge sulla rappresentanza”.

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