Al Museo diocesano un talk con
i responsabili dei musei cittadini
La serata dedicata al Sistema Museale di Cremona, tenutasi nella serata del 27 agosto nella sala delle esposizioni temporanee del Museo Diocesano, è stata un’occasione di riflessione e confronto che ha saputo unire passato e presente, tradizione e innovazione. Moderato da Andrea Bassani, l’evento ha visto protagoniste tre figure chiave del panorama culturale cremonese: don Gianluca Gaiardi, direttore del Polo Museale Diocesano, Virginia Villa, direttrice del Museo del Violino, e Marina Volonté, coordinatrice del sistema museale Cremona Musei e conservatrice del Museo Archeologico San Lorenzo.
A fare da cornice all’incontro, la mostra “Tratti”, personale del fotografo cremonese Paolo Mazzini (promossa da Museo Diocesano, Fondazione Potenza Tamini e Riflessi Magazine), una raccolta di immagini che catturano l’essenza e le traiettorie della cultura cremonese.
Proprio il ricordo di come questa sia stata la prima esposizione dedicata in modo esplicito al Sistema Museale di Cremona, ha aperto il dialogo tra gli ospiti della serata. Marina Volonté ha ripercorso le origini di questo progetto, spiegando che «l’idea è nata molti anni fa con i Musei Civici di Cremona e si è evoluta nel tempo fino a comprendere il Museo del Violino e, più recentemente, il Museo Diocesano». Con le sue parole ha dipinto un quadro vivace di una città che, attraverso il sistema museale, ha saputo organizzarsi in modo più efficiente e sinergico.
Gli scambi tra musei, in questo caso cittadini, ma anche nazionali e internazionali, sono sempre virtuosi, come evidenziato da Virginia Villa perché donano nuova vita alle collezioni esistenti e permettono di intrecciare relazioni. «Per qualsiasi pubblico la possibilità di vedere l’opera originale è qualcosa di speciale». Certamente ci sono opere che possono essere spostate più facilmente, ma ci sono casi di fruttuosa collaborazione in cui lo scambio tra musei di un’opera non in perfette condizioni ha permesso il suo recupero e restauro.
Questo tema apre un’importante parentesi su come i musei possano coniugare la conservazione del patrimonio con l’esigenza sempre più diffusa di offrire esperienze coinvolgenti e interattive. Don Gianluca Gaiardi ha illustrato con passione come oggi fare cultura attraverso i musei richieda uno studio approfondito di ogni dettaglio, dalla museografia alla museologia, fino all’uso delle luci e alla narrazione: «Se veniamo al museo è perché ci piace», ha sottolineato. Il museo deve essere luogo di conoscenza, ma anche di piacere e scoperta. «I nostri musei sono diversi, ma tutti raccontano la stratificazione del territorio della nostra città. Non è solo il racconto del passato, ma del presente. Poter introdurre nel museo l’arte contemporanea è un’opportunità interessante». Contemporaneità e archeologia sembrano agli antipodi, ma non più così tanto se, come sottolineato da Volonté, consideriamo che «l’archeologia è un metodo per studiare quello che ci hanno lasciato e ci ricorda che il mondo non è mai stato uguale a se stesso, si è trasformato, non c’è nulla di statico». La conoscenza del passato può offrire strumenti preziosi per comprendere il presente. «Le nuove tecnologie, come la realtà aumentata, sono fondamentali» ha concluso «ma devono essere uno strumento, non il fine ultimo dell’esperienza museale».
Con un po’ di sano orgoglio è emersa un’osservazione sul crescente afflusso di turisti, attratti dalla qualità delle esposizioni e dalla ricca tradizione culturale di Cremona. Secondo Virginia Villa «il Sistema museale cremonese nella sua grande diversità e varietà è un esempio da seguire». Facendo quindi riferimento al richiamo internazionale del concorso Triennale di liuteria: «Per qualsiasi artigiano e liutaio contemporaneo sapere che ha l’opportunità di mettere la sua opera a fianco agli Stradivari, a quelle che hanno segnato le epoche e la storia, è eccezionale», ma il liutaio è anche «felice di stare qui, vedere gli altri musei, respirare quest’aria».
Se il turismo è importante, «i musei devono rivolgersi anche alla cittadinanza» ha sottolineato don Gianluca Gaiardi. Mentre molti cremonesi non hanno mai visitato il Museo Diocesano, il Museo del Violino o il Museo Archeologico. E i musei stessi devono essere bravi a parlare anche a loro, entrare nelle scuole, fare didattica.
In ultimo sono state illustrate le iniziative che nei prossimi mesi animeranno i calendari dei musei. Accanto a eventi ricorrenti e sempre importanti ci saranno novità da non perdere. Sia per i turisti che per i cittadini cremonesi.
Questi, e molti altri, sono i temi emersi nel corso della serata. Per questo l’intero evento sarà fruibile anche da chi non ha potuto essere presente a partire da sabato 31 agosto sul canale youtube ufficiale della Diocesi.
La serata si è conclusa con la sensazione che il Sistema Museale di Cremona sia non solo un modello di gestione culturale, ma un vero e proprio faro di cultura, capace di illuminare il passato, arricchire il presente e ispirare il futuro.