Cronaca

Accusato di per tentato omicidio,
vìola i domiciliari. Indiano ricercato

Era agli arresti domiciliari dalla fine dello scorso mese di febbraio perchè accusato del tentato omicidio di un indiano per aver aggredito, il 23 novembre dell’anno scorso insieme ad altri quattro connazionali, un 25enne nel parcheggio del centro commerciale CremonaPo. Ieri i carabinieri di Casalbuttano hanno denunciato uno degli aggressori, un 25enne indiano, per aver violato il regime degli arresti domiciliari. Al controllo effettuato nella sua abitazione, non è infatti stato trovato a casa. Sono in corso le ricerche e le indagini per rintracciarlo e arrestarlo.

Quella ai danni di un 25enne indiano era stata una vera e propria spedizione punitiva. Quel pomeriggio di novembre la vittima era arrivata a Cremona in treno con l’intenzione di effettuare degli acquisti al centro commerciale. Appena arrivato, però, il giovane era stato violentemente aggredito dai connazionali, tra cui il 25enne fuggito dai domiciliari, che dopo averlo circondato e minacciato lo avevano ripetutamente colpito al corpo e al viso con mazze metalliche e un martello, procurandogli una grave frattura scomposta dell’ulna, oltre ad un importante trauma cranico. A causa delle lesioni subite, era stato ricoverato per diversi giorni in ospedale, dove era stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici finalizzati alla ricomposizione delle fratture subite.

Solo grazie alla prontezza di riflessi, il ragazzo era riuscito a coprirsi il volto dalle martellate inferte dai suoi aggressori, per poi alzarsi e scappare, e, nonostante inseguito e minacciato di morte, era riuscito a chiedere aiuto alle forze dell’ordine.

L’indagine degli investigatori della Mobile si era subito concentrata sull’analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza del CremonaPo che avevano immortalato gli aggressori nei minuti antecedenti l’aggressione mentre si nascondevano dietro una siepe.

Poi erano state passate al setaccio decine di autovetture che in quelle ore erano presenti nel parcheggio del centro commerciale, permettendo di individuare una macchina intestata ad una cittadina indiana, madre di uno dei coinvolti. Le successive attività di acquisizione delle dichiarazioni delle persone informate sui fatti e i riconoscimenti fotografici avevano permesso di acquisire numerosi indizi nei confronti dei cinque indiani, legati tra loro da un rapporto di conoscenza e, in un caso, da un rapporto lavorativo con la vittima. Tempo fa il 25enne pestato e uno degli aggressori avevano lavorato nella stessa cooperativa. La colpa del giovane sarebbe stata quella di aver messo in cattiva luce il collega con il datore di lavoro, e per questo motivo nel gruppo sarebbe maturato il desiderio di vendetta.

Oltre alle misure cautelari, il questore aveva disposto nei confronti dei cinque esplicito divieto, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, di accedere o stazionare nei pressi del centro commerciale e delle aree vicine per tre anni.

Sara Pizzorni 

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