Stalking, tentata estorsione e
lesioni. In manette due albanesi
Venerdì scorso gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Cremona hanno arrestato due albanesi di 40 e 30 anni con le accuse di atti persecutori, tentata estorsione e lesioni personali aggravate commesse nei confronti di un giovane italiano. Secondo quando emerso, da quasi due anni l’uomo sarebbe stato vittima di quotidiani pedinamenti, contatti non desiderati, costrizioni, minacce e intimidazioni, anche con l’uso di una pistola poi rivelatasi a salve. Azioni culminate in un violento pestaggio avvenuto all’inizio di agosto.
L’italiano aveva conosciuto uno degli albanesi per essere stati colleghi di lavoro, mentre l’altro straniero era un conoscente del connazionale. Tutto sarebbe accaduto a causa di un presunto debito. I due volevano costringere la vittima non solo a sanare il debito, ma soprattutto a farle rimettere le querele che nel frattempo l’uomo aveva formalizzato per gli atti persecutori che turbavano la sua serenità psichica. Il giovane era arrivato al punto di chiudersi in casa per paura di incontrare i due stranieri.
E’ poi partita l’indagine coordinata dalla procura che ha portato all’emissione di un’ordinanza della misura di custodia cautelare in carcere da parte del gip per i due albanesi. Gli operatori della Squadra Mobile guidati dalla dirigente Giulia Cristina hanno così iniziato a ricercare gli indagati, che di fatto risultavano privi di una dimora stabile. Attraverso l’analisi delle scie telematiche lasciate dagli stranieri e mirate attività di osservazione e pedinamento, i poliziotti sono riusciti a localizzarli nei pressi di Manerbio.
I due si trovavano a bordo di un’auto quando si sono visti bloccare la strada su ogni fronte dalle auto della polizia. Fermati e perquisiti, uno di loro è stato trovato in possesso di una pistola a salve portata alla cintola, mentre in auto è stato rinvenuto un taglierino di 9 cm. Per questo motivo lo straniero che aveva in uso la vettura è stato denunciato per porto abusivo di oggetti atti ad offendere.
Sara Pizzorni