Economia

Artigianato, emorragia costante:
-25% negli ultimi 11 anni

Negli ultimi 11 anni il territorio cremonese ha perso il 25,5% dei suoi artigiani. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha elaborato i dati dell’Inps e di Infocamere/Movimprese. Ne emerge una vera e propria emorragia: se nel 2012 la provincia di Cremona vantava 12.859 professionisti del settore, nel 2023 sono scesi a 9.575, con una perdita di ben -3.284 artigiani.

Un andamento che è comune a tutto il Paese, sebbene con alcune differenze tra i vari territori. Chi ha registrato il calo più importante è stata la provincia di Vercelli, con -32,7%, mentre quella più virtuosa, in questo senso, è Trento, dove in 11 anni si sono perse solo il 6,1% delle maestranze del settore.

A livello nazionale, se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000. Secondo i ricercatori della Cgia, se questa tendenza non sarà invertita stabilmente, non è da escludere che entro una decina d’anni sarà molto difficile trovare un idraulico, un fabbro, un elettricista o un serramentista in grado di eseguire un intervento di riparazione o di manutenzione.

Secondo i dati Infocamere/Movimprese, anche il numero delle aziende artigiane attive è in forte diminuzione. Se nel 2008 (anno in cui si è toccato il picco massimo di questo inizio di secolo), in Italia le imprese artigiane erano pari a 1.486.559 unità, successivamente sono scese costantemente e nel 2023 si sono fermate a quota 1.258.079.

Tuttavia, non tutti i settori artigiani hanno subito la crisi. Quelli del benessere e dell’informatica presentano infatti dati in controtendenza. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell’alimentare, con risultati significativamente positivi per le gelaterie, le gastronomie e le pizzerie per asporto ubicate, in particolare, nelle città ad alta vocazione turistica.

Laura Bosio

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