Cronaca

Logistica Picenengo, la Provincia
ha deciso: occorre la VIA

“Sulla base delle valutazioni condotte e della documentazione depositata dal Proponente, non si può escludere che il progetto non determini potenziali impatti ambientali significativi e negativi; pertanto deve essere sottoposto al procedimento di VIA”.

Si conclude così il documento finale firmato dal dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Cremona, ingegner Mattia Guastaldi, riguardo l’istruttoria in corso per autorizzare l’area logistica proposta da Ways Advisory lungo via Sesto, tra l’incrocio con via Pietro Ferraroni e le prime case di Casanova del Morbasco. 150mila metri quadrati, di cui circa la metà edificabile, su cui lo scorso autunno è arrivata la richiesta di realizzare una piattaforma di logistica con relativi capannoni. Un’eventualità che aveva da subito preoccupato i residenti della piccola frazione di Picenengo, trattandosi attualmente di zona agricola, per quanto inserita nel Pgt come ambito di trasformazione. A ottobre, un primo avvio di mobilitazione da parte del comitato spontaneo, culminata poi a maggio con una giornata di iniziative all’aperto alla presenza degli ambientalisti cremonesi e della presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto.

Numerose le richieste di integrazioni documentali arrivate in questi mesi alla Provincia e non solo da parte del Comitato ma anche di Arpa (relativamente agli impatti del traffico veicolare presso 14 recettori, del PM10, del PM 2.5, dell’NO2 e del Benzene), di Ats Val Padana, sempre riguardo alle emissioni derivanti dal traffico indotto; del Comune di Cremona che – si legge nel decreto del Settore Ambiente  –  “preso atto dell’impegno del proponente di stipulare specifici accordi nella limitazione di mezzi pesanti “non Euro 6”, senza tuttavia approfondire ulteriori azioni che possano realizzare benefici in termini di riduzione dell’impatto emissivo generato, ritiene che debba essere prodotto specifico documento di approfondimento contenente analisi comparativa di proposte migliorative in tal senso”.

Ora dunque i proponenti dovranno avviare un nuovo iter a meno che decidano di opporsi all’atto della Provincia presentando ricorso giurisdizionale davanti il T.A.R. della Lombardia entro 60 giorni.

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