Cultura

"Il Mazzone", le bonifiche nel corso
dei secoli: il nuovo libro di Nuzzo

E’ appena uscito l’ultimo libro dell’ex magistrato cremonese Francesco Nuzzo, studioso, storico, archivista di Stato e autore di numerose pubblicazioni. L’ultima fatica si intitola “Il Mazzone – Appunti sparsi sulle bonifiche nel corso dei secoli”, un volume di 100 pagine che racconta le bonifiche e le irrigazioni del Basso Volturno nelle varie epoche storiche con specifico riferimento a Castelvolturno, Cancello Arnone, Grazzanise, Santa Maria la fossa, tutte situate lungo le sponde dell’antico fiume. Un volume che tocca anche i territori cremonesi.

Poichè il fenomeno delle bonifiche si intreccia con la storia stessa dei popoli, che da sempre cercano di conquistare territori non solo per la coltura agraria, ma per destinarli a elevati e civili sistemi di vita, ne esce una rappresentazione vivace e ricca di notizie. Il lettore ammira la bellezza della campagna nell’epoca greca e romana, seguita da una irrefrenabile decadenza per la mancata esecuzione di opere di difesa idraulica e la formazione di estese paludi legate nella piana costiera all’azione congiunta delle acque del Volturno e del mare: constata l’impoverimento di città e campagne a causa della malaria, nemico allora invincibile che mieteva vittime tra la popolazione indebolita, rivive gli effetti delle invasioni barbariche e la caduta dell’Impero di Roma.

Un libro che è nato nelle campagne cremonesi, percorse tutti i giorni dall’autore nel suo tragitto verso Castelverde. “Mi colpì”, ha detto Nuzzo, “la geometrica precisione e bellezza di tutti i canali e delle acque che sono la ricchezza dell’agricoltura. Questo fatto mi fece ricordare un famoso verso di Virgilio: ‘ Claudite iam rivos, pueri, sat prata biberunt’ (‘Ormai chiudete i rivi, o ragazzi. I prati hanno bevuto abbastanza’”). “Il fatto che Virgilio fosse di Mantova”, ha spiegato l’autore, “mi ha generato l’idea delle bonifiche, in quanto le prime bonifiche nella storia dell’Italia settentrionale furono a Mantova e Adria. Quindi ho iniziato e mi ha colpito il fatto che nell’Italia settentrionale le bonifiche hanno avuto uno sviluppo fin dal V/VI secolo a.C., mentre nell’Italia meridionale non c’è stata la stessa cosa, perchè nell’Italia settentrionale abbiamo la Pianura Padana, e questo e importantissimo, è una pianura vastissima.

Nell’Italia meridionale, invece, non ci sono vaste pianure. Al Nord, poi ci sono fiumi belli e robusti come il Po e l’Adige, mentre nell’Italia meridionale c’è il Volturno, ma rispetto ai fiumi del Nord è quasi un fiumiciattolo. Questo fatto ha indotto gli agricoltori e i contadini di allora a mettere subito mano, perchè le zone diventavano pantanose e impedivano la coltivazione. Loro hanno creato i canali che servivano sia per l’irrigazione, sia per eliminare le paludi e sia per l’agricoltura. La ricchissima agricoltura di oggi affonda le radici a tremila anni fa. Nell’Italia settentrionale le acque erano oggetto di politica interna ed estera, mentre nell’Italia meridionale arrivò la malaria e proprio nel Dopoguerra per la prima volta in Italia fu sperimentato il primo pesticida moderno e senz’altro il più conosciuto, il DDT, che venne usato come potente antiparassitario soprattutto per debellare la malaria. “Per questo”, ha raccontato Nuzzo, “al Sud non ci  fu tutto quello sviluppo che invece ci fu al Nord. Il feudalesimo e la malaria uccisero l’Italia del Sud”.

Sara Pizzorni

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