Salva Casa, Uppi: "La legge ora è
un'opportunità per i proprietari"
Il Senato ha approvato in via definitiva la legge di conversione del decreto Salva Casa. Il provvedimento incide profondamente sul Testo Unico dell’Edilizia. Tra le principali modifiche: l’ampliamento delle categorie di interventi realizzabili in regime di edilizia libera, nuove regole per dimostrare lo stato legittimo degli immobili, agevolazioni per i cambi d’uso, superamento della doppia conformità per le parziali difformità e le variazioni essenziali, nuove tolleranze costruttive ed esecutive.
Con le modifiche ottenute anche attraverso il lavoro dell’UPPI (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari) si possono risolvere molti problemi. “Il giudizio sulle norme entrate in vigore ieri è positivo – spiega il presidente Nazionale UPPI Fabio Pucci – perché sono state recepite molte modifiche indicate dai piccoli proprietari: prima di tutto la sanatoria per gli immobili ante 1977. Ma è stata affrontata anche la questione della “doppia conformità” che bloccava le compravendite delle case. Rispetto al testo iniziale del Dl 69 il lavoro parlamentare ha portato molti miglioramenti”.
Ora le numerosissime varianti, anche significative, effettuate in corso d’opera in tutti gli immobili costruiti prima del 1977, quando era prassi comune depositare il progetto e poi cambiarlo, potranno essere sanate con Scia e la data dell’intervento potrà essere attestata dal tecnico. Per i piccoli proprietari, che non si sono mai accorti del problema sino a quando hanno rivenduto l’appartamento, il recepimento della proposta dell’UPPI diventa una vera liberazione dall’incubo dell’illegittimità.
Ma anche altre novità, come l’irrilevanza degli abusi sulle parti comuni condominiali rispetto alle istanze di regolarizzazione presentate per i singoli appartamenti, la possibilità di legittimare il cambio d’uso dell’immobile nella stessa categoria edilizia anche se sono stati necessari dei lavori, di abitare in case lievemente più piccole ma comunque a misura d’uomo. O ancora la liberalizzazione finale del recupero dei sottotetti. E i Comuni potranno anche allargare le maglie della regolarizzazione. “Tutte norme che non incidono affatto sul paesaggio o sull’assetto urbano ma tolgono impedimenti assurdi da noi già segnalati da decenni” ricorda Pucci.