Economia

Contratto provinciale agricoli e
florovivaisti: aumento dei salari

Rinnovato fino al 2027 il Contratto provinciale operai agricoli e florovivaisti. Aumento salari, più fondi per previdenza e assistenza, sicurezza al centro del contratto. Soddisfatti i sindacati Fai Cisl Asse del Po e Uila Uil Cremona/Brescia. I punti principali dell’accordo riguardano l’aumento dei salari del 6,20% per ciascun livello professionale, l’aumento da 100 mila a 150 mila euro della somma prevista per previdenza, assistenza e per prestazioni aggiuntive a sostegno dei lavoratori, delle loro famiglie e delle aziende. È contemplata, inoltre, una maggiore attenzione alla sicurezza dei lavoratori e alla loro salute, con l’Ebat Cimi di Cremona che assume un ruolo più centrale per la tutela, il welfare e la formazione. Importanti modifiche sono legate anche al capitolo degli appalti.

L’aumento salariale del quadriennio equivale ad un montante di 5328 euro a cui si dovranno aggiungere gli aumenti ottenuti su specifiche indennità, quali quelle domenicali e notturne per un valore di circa 2380 euro. Nuove indennità sono state introdotte per le figure di casaro e aiuto casaro pari rispettivamente a 20 e 10 euro mensili oltre ad essere state aggiornate le indennità per il pasto e la cena in caso di trasferta/attività lavorativa fuori sede.

Così Paola Marazzi dalla Fai Cisl Asse del Po: “Siamo soddisfatti di un rinnovo complesso che coinvolge 3.500 aziende per un totale di circa 8mila addetti, raggiunto in tempi ragionevolmente rapidi. Il contratto valorizza il settore rispettando le professionalità, tenendo anche conto della perdita del potere d’acquisto dei lavoratori avvenuta negli ultimi anni. Esprimo piena soddisfazione anche per l’istituzione della figura del RLST (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale) che svolgerà un ruolo chiave in tema di salute e sicurezza all’interno di un comparto caratterizzato da numerose piccole realtà produttive”.

“Con la firma di questo accordo – aggiunge Marco Spadari sempre della Fai Cisl Asse del Po – siamo in grado di dare le giuste risposte economiche, normative e di welfare, di cui hanno bisogno le lavoratrici e i lavoratori di un settore determinante per la nostra economia”.

“L’intesa raggiunta – conclude Michele Saleri Segretario Generale Uila Uil Cremona-Brescia – prevede un giusto salario, più diritti e tutele, restituendo così valore e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori che ogni giorno sono impegnati a fare grandi le eccellenze del territorio cremonese. Siamo molto soddisfatti per questo rinnovo che si è concluso con un risultato molto positivo, dimostrando che le sfide della competitività e la crescita del comparto si vincono investendo sul lavoro buono, ben retribuito e sulla sicurezza. Contribuendo non solo alla promozione del benessere delle persone ma, più complessivamente, allo sviluppo sociale ed economico del territorio”.

Ad intervenire è stato anche Fabio Singh, Segretario Generale Flai Cgil Cremona, che ha commentato: “Come Flai Cgil Provinciale abbiamo condiviso con Fai e Uila un percorso che ci ha portato ad una conclusione del contrato provinciale dell’agricoltura che reputiamo in larga misura positivo per una molteplicità di aspetti: l’istituzione della figura del rappresentante dei lavoratori alla sicurezza in una fase fortemente caratterizzata da gravi infortuni sul lavoro rappresenta un passo avanti nella direzione di maggiori tutele, capitoli come le prestazioni di welfare ulteriormente ampliato unitamente agli adeguamenti di diverse indennità ( notturno, domenicale, ecc…) vanno a rafforzare ulteriormente l’impianto del contratto provinciale di lavoro. Come Flai Cgil abbiamo contribuito a condurre la trattativa in una logica di condivisione con le altre single sindacali ma abbiamo evidenziato un aspetto che ci ha portato a riservarci la sottoscrizione.

Le regole contrattuali dell’agricoltura ( singolari rispetto al resto dei settori ) prevedono che il contratto provinciale adegui le retribuzioni in relazione all’ andamento dell’ inflazione. Il risultato economico conseguito dall’intesa non rispecchia questo requisito fondamentale, evidenziando un limite del sistema contrattuale che da sempre come Flai Cgil abbiamo sottolineato. Non si tratta di un rinnovo contrattuale che redistribuisce aumenti legati a produttività o ad altri indicatori, ma semplicemente ha il compito di garantire i salari in rapporto all’erosione determinata dall’ inflazione. Il risultato raggiunto non ha completamente assolto a questo compito sia nelle quantità economiche sia per il ritardo dalla naturale scadenza del 31 dicembre 2023. Per questa ragione, pur condividendo il positivo impianto dell’intesa abbiamo ritenuto di non sottoscrivere l’accordo fino ad ulteriore verifiche nei nostri Organismi dirigenti”.

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