Salvador de Bahia, arrivato in
Brasile il primo gruppo di volontari
Sono atterrati mercoledì alle 22, ora brasiliana, oltreoceano i quattro giovani che hanno deciso di passare tre settimane della loro estate presso la parrocchia di Gesù Cristo Resuscitato a Salvador de Bahia, dove vive ormai da cinque anni il sacerdote fidei donum don Davide Ferretti e dove è presente la volontaria cremonese Gloria Manfredini. Insieme a don Umberto Zanaboni, incaricato per la Pastorale missionaria della Diocesi di Cremona, Chiara Allevi, Gloria Clerici, Gianluca Faraco e il seminarista Leone Melatta. Altri tre giovani arriveranno all’inizio di agosto.
«L’atteggiamento che consiglio a chi viene qui è quello di non pensare di fare, ma di stare – ricorda don Davide Ferretti –. Si può conoscere questa realtà solo restando in mezzo a loro, senza venire qui con il desiderio di insegnare qualcosa».
«Fare un’esperienza di servizio all’estero è importante per vedere la realtà come è davvero e non come ce la immaginiamo, senza pretendere di salvare il mondo, ma allenando la propria capacità ad accogliere», continua Gloria Manfredini, che da ottobre vive nella parrocchia come volontaria, nel suo secondo anno di missione a Salvador.
Chiara e Gianluca, fidanzati, hanno deciso di andare a Salvador insieme prima del matrimonio: «Da quando Chiara mi ha parlato delle sue passate esperienze in Brasile – racconta Gianluca, dopo aver precisato che in terra brasiliana si è subito sentito accolto come se fosse uno di famiglia – il suo entusiasmo mi ha contagiato e sentivo il bisogno di vivere anche io questo tipo di esperienza». Continua poi Chiara: «Per me è la terza volta a Salvador ed è stato come tornare a casa. Non sono solo contenta di rivedere Gloria dopo mesi, mia cara amica da quasi quindici anni, ma anche di rincontrare i ragazzi e le ragazze che vivono qui. L’accoglienza è stata straordinaria: non venivo da cinque anni eppure tutti mi hanno riconosciuta e si sono ricordati il mio nome».
Gloria Clerici ha 29 anni ed è educatrice in una scuola dell’infanzia di Castelleone. Riconosce che non è sempre semplice entrare in un mondo che è totalmente diverso da quello a cui si è abituati: «All’inizio capisci di essere fuori dagli schemi ordinari. Qui dobbiamo andare oltre quello che conosciamo nel quotidiano. Appena scesi dall’aereo ed entrati nel quartiere, subito si è respirata un’aria di mistero: è tutto da scoprire e io ne sono estremamente curiosa».
Nel gruppo di volontari anche Leone Maletta, di Cremona: «Ciò che mi ha spinto a venire qui è la curiosità di conoscere una fede cristiana che è diversa e per certi versi più semplice ed essenziale rispetto alla nostra. Vorrei che questo mi aiutasse a comprendere il respiro universale della Chiesa. Qui spero di incontrare un’umanità che evidenzi che il Vangelo è sempre per tutti e accessibile a tutti».