Lettere

Ceraso sul podcast di Galimberti: “Sperum” non è rassegnazione

da Maria Vittoria Ceraso (Capogruppo Oggi per Domani)

Ho ascoltato la prima puntata del podcast “Principi” ideato dall’ex Sindaco Gianluca Galimberti, che dopo il lungo silenzio durante la campagna elettorale, è tornato a far sentire la sua voce per spiegare ai nostri giovani che vogliono impegnarsi in politica “il carattere del cittadino cremonese.” Un essere descritto come “lavoratore/sgobbone” ma “sospettoso nei confronti del nuovo e del cambiamento, egoista e individualista, arroccato nei propri diritti, preoccupato di tutelare il proprio interesse e non quello della comunità (salvo nel periodo Covid), disabituato a cogliere il bello che lo circonda”. Il Cremonese sarebbe infatti “rassegnato a descrivere in maniera stucchevole con un piagnisteo deprimente una città stanca e morta a causa di una cecità colpevole che non sa cogliere i punti di forza” (in particolare il riferimento è alle grandi cose realizzate dalla parte pubblica negli ultimi 10 anni senza nessuna accenno al ruolo del privato!), figlia del solito “sperum” colpevolmente pronunciato da un nonno che non ha trasudato gioia ed entusiasmo all’inaugurazione di un parco cittadino riqualificato con giochi e panchine dicendo “che bello il nuovo parco” ma anzi si è permesso di segnalare il problema delle cacche dei cani.

Dopo questa prima lezione di realpolitik forse saranno più i giovani che penseranno di allontanarsi da una città così retrograda che quelli che decideranno di impegnarsi in politica.

A loro voglio dire che c’è una prospettiva diversa da cui si può guardare la città e chi la abita che non è quella di colui che pensa di aver amministrato per 10 anni in maniera illuminata e si offende se i cittadini non gli riconosco i meriti e i successi che umilmente non perde occasione di attribuirsi.

Lo “sperum” del nonno non è segno di ingratitudine o di incapacità di apprezzare il bello e il nuovo ma esprime la legittima preoccupazione di un cittadino che ha sperimentato come nella nostra città gli spazi pubblici siano poco curati in termini di manutenzione dell’arredo, dei giochi e del verde, poco puliti, poco illuminati la sera, poco presidiati e carenti di cestini per le deiezioni dei cani. Dicendo “sperum” il nonno voleva solo affidare al suo Sindaco la speranza, l’auspicio, il desiderio che quel parco riqualificato potesse rimanere curato come il giorno dell’inaugurazione per essere luogo di aggregazione per famiglie e anziani e non di degrado o teatro di episodi di vandalismo e maleducazione. E’ lo stesso “sperum” di alcuni Presidenti dei Comitati di Quartiere che esprime non disimpegno ma la speranza di essere ascoltati rispetto a quello che si segnala o propone. C’è poi lo “sperum” dei cittadini e dei negozianti rispetto all’auspicata revisione dell’attuale sistema della raccolta differenziata che non significa non essere ambientalista ma solo desiderare di non ritrovarsi i sacchi e i bidoni della spazzatura davanti a casa o al negozio fino a pomeriggio inoltrato, come sta accadendo negli ultimi giorni con il caldo in pieno centro storico. Ed ancora lo “sperum” degli automobilisti che non esprime una lamentela fine a se stessa verso lavori stradali, certamente necessari, ma rappresenta l’auspicio di una miglior coordinazione e programmazione dei cantieri, anche d’estate!

Lo “sperum” del cremonese è quindi qualcosa che bisogna avere l’umiltà di ascoltare e non di criticare perché è scomodo, non piace, non è gratificante. Perché poi accade che chi non si sente protagonista della sua città non solo non dice più “sperum” ma nemmeno va a votare come ci ha appena dimostrato il 50% degli elettori. Io affido il mio personale “sperum” al Sindaco Virgilio e alla sua Giunta affinché non tradiscano quella promessa fatta in campagna elettorale di discontinuità rispetto agli ultimi 10 anni nella speranza che al “Principato” di Galimberti possa davvero seguire una bella pagina di democrazia partecipata che non denigra i “sudditi” ma esalta e promuove le qualità e le potenzialità dei cittadini per far crescere insieme l’intera comunità.

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