Cronaca

Personale sanitario, 134 aggressioni
nel 2023 a Crema e Cremona

Nel 2023, all’interno dell’Asst di Cremona e di Crema, si sono registrati 134 episodi di aggressioni ai danni del personale sanitario, 129 a Cremona e 5 a Crema. I numeri, rivelati dal consigliere regionale del Pd Matteo Piloni (dopo aver analizzato i dati rilevati da ACSS, l’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo, ottenuti tramite un accesso agli atti effettuato insieme ai colleghi del gruppo, nelle scorse settimane), indicano quindi che, in media, un professionista è stato aggredito ogni due giorni e mezzo. “Purtroppo, i dati ci dicono chiaramente che dobbiamo fare di più per prevenire la violenza nei presidi sanitari – commenta il consigliere – Notiamo che, sul totale, oltre il 71% riguarda aggressioni, fisiche o verbali, a danno di infermieri: presso l’Asst di Cremona sono stati registrati 92 casi, di cui 12 riguardano infermieri pediatri, e 4 a Crema. Il personale medico è stato bersaglio in 24 casi (23 erano medici chirurghi) e gli Oss in 7, tutti a Cremona. I pronto soccorso sono i luoghi più sensibili, con 60 aggressioni totali, di cui una soltanto a Crema. Sempre a Cremona sono stati registrati 31 casi in area degenza e 9 presso il servizio psichiatrico. In Ats Valpadana, infine, sono state registrate 4 aggressioni verbali agli sportelli, nei confronti di medici veterinari”.
Le possibili soluzioni? “È necessario un intervento forte da parte di Regione Lombardia per tutelare al massimo il personale, non solo applicando la legge regionale del 2020 che fino ad oggi è rimasta lettera morta – attacca Piloni – ma anche potenziando la sanità territoriale e dunque filtrando gli accessi impropri in ospedale. L’eccessiva presenza di pazienti, in particolare nei pronto soccorso, genera infatti molte ore di attesa che alimentano esasperazione, stress e rabbia nei confronti del personale incolpevole che, anzi, subisce la stessa situazione, essendo sotto organico e in prima linea per garantire un servizio”. Piloni dichiara infine che è necessario investire al più presto nei servizi territoriali, nelle case di comunità e soprattutto in politiche di assunzione di nuove personale sanitario.

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