Cronaca

Asst Cremona, percorso nascita:
"Con l'ostetrica senza paura"

È il momento di partorire: la futura mamma è stata accompagnata in ospedale ed è già passata dal pronto soccorso. Cosa accade dopo?  Le preoccupazioni possono essere mille, ansia e paura si mescolano all’eccitazione per la nuova vita che sta arrivando. Per questo gli operatori sanitari, in particolare le ostetriche, sono pronti a offrire tutto il supporto necessario. Come ogni martedì torna il video appuntamento con il “percorso nascita” dell’Asst di Cremona. Questa settimana Paola Parma (Coordinatrice Ostetricia, Ospedale di Cremona) spiega come affrontare dal punto di vista pratico ed emotivo le fasi del travaglio e qual è il ruolo delle ostetriche.

 

 

ARRIVO IN OSPEDALE, SUBITO IN PRONTO SOCCORSO

“Quando compaiono i segnali del termine della gravidanza, come le contrazioni, la perdita di liquido amniotico, una perdita di sangue abbondante o anche l’assenza o la riduzione di movimenti fetali è bene andare subito in pronto soccorso” spiega Parma. “Qui viene fatta l’accettazione (Triage) e inquadrata la situazione. Successivamente, la donna viene accompagnata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia (7°piano) per una visita accurata. In base agli esiti della valutazione, la futura mamma viene fatta accomodare in una stanza di degenza o direttamente in sala parto”.
ANSIE E PAURE, CI PENSA L’OSTETRICA

“Durante il travaglio attivo possono arrivare ansie e paure rispetto alla capacità di interagire con quanto sta accadendo – precisa Parma. Fra le domande ricorrenti: se non riconosco le spinte? Riuscirò a sopportare il dolore? Se capita un imprevisto cosa devo fare? Le ostetriche sono pronte ad accogliere i dubbi delle donne e offrire spiegazioni e conforto, sempre. Va ricordato che la donna può scegliere la modalità con cui partorire (in acqua, con l’epidurale, adottando posizioni alternative) per sentirsi a proprio agio. Questo è di grande aiuto. Quando le condizioni cliniche lo consentono, siamo noi operatori ad adattare il nostro lavoro alle esigenze della futura mamma”.
IL 98% DEI PAPÀ VA IN SALA PARTO

“Naturalmente al parto può partecipare anche il papà o una persona di riferimento. Ormai questo accade nel 98% dei casi. I papà in sala parto non sono più l’eccezione e anche loro hanno ansie e paure, in particolare devono fare i conti con lo sforzo fisico della propria compagna e talvolta con la sensazione di impotenza, anche se la loro presenza è di per sé un conforto – aggiunge Parma. Quando tutto è finito e il bimbo o la bimba respira e piange, le emozioni prendono il sopravvento. Le ostetriche sono a disposizione anche di chi accompagna la donna: consigli, rassicurazioni, musica e parole di supporto sono piccoli ma importantissimi gesti”.
IN CASO DI COMPLICANZE “TUTTO PRONTO H24”

“Al momento opportuno dopo il travaglio, quando la donna sta per partorire, arriva il medico ginecologo – conclude Parma. Si fa il possibile affinché vada tutto per il meglio, ma in caso di complicanze è tutto pronto: ostetriche e ginecologi decidono insieme come intervenite. Nell’eventualità di dover fare il taglio cesareo, accanto alle sale parto, è disponibile una sala operatoria 24 ore su 24”

Paola Parma

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