Cronaca

Biometano, le motivazioni
che “azzerano” l’impianto

L'area in cui avrebbe dovuto sorgere l'impianto

Sono stati depositati in queste ore i documenti tecnici contenenti le motivazioni che hanno portato allo stop del progetto di realizzazione dell’impianto di biometano accanto al termovalorizzatore, nell’area tra Cremona e Gerre De’ Caprioli.

Come emerge dal verbale della Conferenza di servizi, le integrazioni al progetto originale presentate da Agripower spa (Gruppo A2A) per soddisfare le richieste degli enti coinvolti, lo rendono di fatto “un progetto del tutto nuovo e autonomo rispetto a quello presentato in precedenza”.

E in quanto nuova soluzione progettuale, diversa dalla precedente, “dovrebbe ripercorrere tutte le fasi dell’istruttoria” dall’inizio. Non solo: si renderebbe necessario anche coinvolgere nuovi soggetti che abbiano il titolo di rilasciare le autorizzazioni relative al refluodotto e all’area di conferimento, che sono due delle novità introdotte con la nuova progettualità.

Dal verbale della conferenza emerge anche come il nuovo progetto “non risulta fornire riscontri adeguati rispetto a quanto richiesto dagli Enti” e che “presenta significative lacune rispetto alla nuova soluzione impiantistica”. Dunque, se A2A volesse comunque portare avanti la realizzazione dell’impianto, dovrà presentare un nuovo progetto e far ripartire da zero tutto l’iter autorizzativo.

Naturalmente, nel farlo dovrà tenere conto di tutte le osservazioni pervenute in merito alle criticità, tra cui la necessità di una verifica sull’impatto sanitario dell’impianto, come chiesto da Ats Val Padana, e una relativa alla configurazione dell’impianto stesso che, di fatto, non si può intendere di tipo agricolo, come previsto dal progetto, bensì industriale.

Laura Bosio

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