Palazzo Cittanova, Portesani: "Esempio
di incapacità amministrativa"
Palazzo Cittanova, il più dimenticato tra i palazzi storici della città, un tempo prestigiosa sede di conferenze e spettacoli, da anni chiuso per problemi di sicurezza, irrompe nella campagna elettorale con una serie di accuse mosse da Alessandro Portesani, candidato del Centrodestra, all’amministrazione uscente.
Carte alla mano, Portesani definisce il mancato restauro del Palazzo un esempio di “incapacità amministrativa che fa letteralmente rabbrividire e che dovrebbe far meditare sul voto alle prossime elezioni amministrative in programma l’8 e il 9 di giugno. La conseguenza di questo sfacelo è sotto gli occhi di tutti: aver privato Cremona di uno dei suoi più importanti palazzi storici. Una vera Caporetto”.
“Tutto inizia – racconta Portesani in un dettagliato comunicato – quando Regione Lombardia pubblica il ‘Piano Lombardia 2021- 2022 – Criteri per l’assegnazione di contributi per la valorizzazione del patrimonio pubblico lombardo a fini culturali: innovazione e sostenibilità’: 10.037.500 di contributo. La Giunta comunale Galimberti/ Virgilio prepara un progetto di ristrutturazione e messa a norma del Cittanova per una cifra di 988.157,65 euro e lo invia a palazzo Lombardia. Il primo giugno del 2022 sul Burl (il bollettino Ufficiale di Regione) appare il decreto di valutazione e finanziamento dei progetti. Quello di Cremona finisce miseramente al 41esimo posto (come si evince dall’allegato 3 dello stesso decreto della Direzione Generale dell’assessorato alla Cultura regionale) dietro ad altri capoluoghi di provincia come Pavia e Sondrio e a centri assolutamente minori come: Volta Mantovana, Belgioioso, Ponte Lambro, Soncino, Rho. E’ evidente che il Nucleo di Valutazione Regionale ha rilevato delle criticità nel progetto, lo stesso viene ammesso e dichiarato ‘finanziabile’ ma non finanziato. La differenza è fondamentale”.
“Infatti nell’allegato 4 – incalza Portesani – il progetto è escluso dal finanziamento perché passano solo i primi 15 che si prendono tutta la cubatura finanziaria del Bando”. Il candidato non usa mezzi termini: “E’ qui che inizia la terribile Caporetto di Virgilio. Il 7 ottobre 2022, ovvero dopo 5 mesi dopo la pubblicazione del Decreto, Virgilio annuncia che Cremona ha vinto il bando per il finanziamento”, mentre secono la ricostruzione di Portesani era stata Pavia a risultare prima con un progetto da 1.199.996 euro. “Erano però mesi che ufficialmente si sapeva che il progetto non aveva ottenuto il finanziamento. Mi chiedo se era una bugia appositamente raccontata ai cremonesi o una totale incapacità dell’amministrazione di leggere il documento ufficiale della Regione. Ma Virgilio fa di più, con l’assessore Burgazzi, proclama che i lavori sarebbero partiti entro il 2023. Con quali soldi? Visto che non c’erano”.
Solo a marzo 2023 – afferma sempre Portesani – “Virgilio dice sbrigativamente che il finanziamento non c’è più, ma nessuno dall’Amministrazione comunale spiega il perché. Anzi si appunta che verranno chiesti lumi in Regione. Era passato quasi un anno dalla pubblicazione ufficiale del decreto. E ancora ieri, davanti ai veterinari della Scivac, ha ripetuto di chiedere informazioni alla Regione che ha già parlato da quasi due anni”.
“Qui entra in gioco Luca Burgazzi assessore alla cultura che, con Galimberti, ha sempre propugnato l’importanza del palazzo”, aggiunge il candidato di centrodestra. “Purtroppo, dalle carte, si evince che il Comune di Cremona non avrebbe messo un solo euro per il recupero del Cittanova. Al contrario di tante altre amministrazioni che hanno tirato fior di denari. Ad esempio Pavia con 200.000 euro. Questo mancato cofinanziamento ha gravato sulla bassa posizione del progetto cremonese facendolo finire fuori dal finanziamento. E’ legittimo chiedersi se fosse vero questo interesse di Galimberti e della sua Giunta per questo spazio dei cremonesi. O solo parole al vento. Mi chiedo se veramente i cremonesi vogliano ridare la loro fiducia a questo centrosinistra: sarebbe un suicidio viste le sfide che aspettano la nostra città”, conclude Portesani.
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