Politica

Cultura motore di sviluppo sociale
ed economico: le idee in campo

Cremona sta facendo importanti investimenti in tema di cultura. E in questo settore vanta eccellenze mondiali: liuteria, violino, musica (violino e Monteverdi). Ciò che è necessario è mettere in rete tutte queste eccellenze, creare un progetto che faccia di Cremona un punto di riferimento mondiale.

1) Quale progetto vorreste proporre per rafforzare la rete della liuteria (i liutai) mettendo come capofila il Comune di Cremona al fine di salvaguardare questo patrimonio coinvolgendo soprattutto le varie associazioni (Ali, Consorzio liutai, Anlai)? E come lo sviluppereste?
Angelo Frigoli. Da anni vengono privilegiati gli eventi che garantiscono una visibilità mediatica e ritorni economici, mentre per i giovani e i lavoratori non viene fatto nulla. Devono essere creati spazi per la fruizione culturale a portata delle classi popolari.

Maria Vittoria Ceraso. L’elaborazione di qualsiasi progetto relativo alla liuteria non può che avvenire attraverso il coinvolgimento della comunità dei liutai con un approccio il più possibile inclusivo attraverso un dialogo continuo e di scambio costante con il Comune e con le istituzioni culturali e formative riunite nel Distretto culturale della città di Cremona, con la Camera di Commercio di Cremona, le associazioni di categoria, CremonaFiere, l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Claudio Monteverdi’- Conservatorio di Cremona, il Teatro Ponchielli.

Ferruccio Giovetti. Serve dialogo aperto e costruttivo con i liutai presenti sul territorio comunale e alla luce di questo la promozione, di un percorso guidato tra le botteghe dei liutai per concludersi con una visita al museo del Violino. Desideriamo creare una linea continua tra gli eventi al polo fieristico, in tema di musica, e il centro cittadino e di conseguenza con i nostri liutai, affinchè una non escluda l’altra e tutti gli attori presenti a livello locale possano beneficiare delle iniziative durante l’anno. Il confronto costruttivo con le associazioni e i privati è il punto di partenza fondamentale affinchè si possano riprendere e sviluppare quegli aspetti che sono sfuggiti in questi 10 anni.

Alessandro Portesani. Uno dei primi atti della nostra amministrazione sarà quello di mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti sul territorio. Ci sono tante ferite che la Giunta Galimberti/Virgilio ha lasciato. Tensioni nei cda delle Fondazioni. Bocconi amari che non sono stati mai digeriti fino in fondo e faide che si sono consumate tra i velluti rossi del teatro Ponchielli. Dobbiamo riportare la pace e la collaborazione. Ogni associazione ha specificità proprie, vanno potenziate sotto l’egida del Comune. Serve coinvolgere: la Scuola Internazionale di Liuteria, il Dipartimento di Musicologia con il corso di Restauro degli strumenti musicali e Cr.Forma. La liuteria non si esaurisce nella costruzione del violino: ma di tutti i cordofoni. Inoltre, vanno recuperate le forme degli strumenti antichi. Lo sviluppo passa per gli studi dei rapporti fra Cremona e la liuteria.

Andrea Virgilio. La costruzione del piano di salvaguardia del saper fare liutario, patrimonio immateriale dell’Unesco è il nostro obiettivo. Occorre puntare sulla qualità della produzione, sulla conoscenza come elemento chiave di sviluppo della comunità e dell’impresa, sulla formazione dei professionisti, sulla trasmissione della conoscenza, sull’interazione tra ricerca scientifica e attività artigianale, e favorire l’incontro tra musicisti e liutai.

Paola Tacchini. Non servono nuovi progetti, si deve potenziare l’ufficio UNESCO con personale stabile dedicato e opportunamente preparato sul tema “liuteria”. Questo è funzionale al completamento del Piano di Salvaguardia, che mira appunto alla salvaguardia dell’elemento tutelato e alla sua trasmissione alle future generazioni di liutai. I principali soggetti che hanno il dovere ed il diritto di essere in primo piano rispetto a qualsiasi iniziativa sono prima di tutto l’intera comunità dei liutai in collaborazione con il Comune come capofila ed il Museo del Violino, con i laboratori delle Università, in quanto custode della collezione storica, dei cimeli stradivariani.

2) Come recuperare fondi per dare un respiro più ampio alla cultura troppo spesso sottovalutata?
Angelo Frigoli. Le risorse devono essere trovate tassando i grandi patrimoni, in primo logo immobiliari, delle classi possidenti locali, e per evitare di ricorrere alla cementificazione del territorio, espropriare gli immobili privati sfitti di proprietà di aziende, banche.

Maria Vittoria Ceraso. La candidatura di Cremona a Capitale italiana della Cultura potrebbe essere l’occasione per ottenere non solo un milione di euro dallo Stato ma anche altre risorse come è accaduto a Bergamo e Brescia dove sono stati raccolti attraverso sponsor privati 21 milioni di euro. Il titolo influisce sulla vivacità culturale delle città insignite, arricchendo l’offerta culturale locale di palinsesti costellati da eventi singoli, festival, mostre, concerti, performance e progetti artistici ospitati o prodotti dalle città.

Ferruccio Giovetti. Innanzi tutto useremo le risorse già presenti in bilancio e anche il personale interno, per non disperdere energie. Andremo a porre l’attenzione su bandi Regionali, Statali ed Europei. Ma non verrà mai meno un confronto di buonsenso con tutte le associazioni che sono ben innestate nel nostro territorio e che sono un valido aiuto per arrivare laddove le risorse pubbliche non riescono. Dal fitto lavoro con tutte le realtà presenti sul territorio si possono incentivare anche manifestazioni che possono offrire risorse.

Alessandro Portesani. La cultura non è stata sottovalutata a Cremona. Diciamo piuttosto che è in corso, da decenni, un’opera di militarizzazione partitica degli enti che la producono, chi non è allineato è fuori. Gli strumenti per valorizzare l’ambito culturale esistono. Ad esempio i bandi regionali. La Camera di Commercio li sta ampiamente utilizzando per i suoi festival musicali. La legge 50 di Regione Lombardia. Il Bando ‘OgginLombardia’, ‘Avviso Unico Cultura 2024 – Contributi regionali a sostegno di soggetti che operano nel campo delle attività e dei beni culturali’ che si è appena chiuso. Non possono mancare i contributi da parte di UNESCO, Fondazioni e Ministeri interessati.

Andrea Virgilio. Nessuno sottovaluta questo volano importante: il riconoscimento dal Parlamento Italiano del Festival di Monteverdi quale manifestazione di assoluto prestigio internazionale conferma che la qualità della proposta culturale porta anche risorse importanti al territorio, alla città e al teatro. Questo approccio che valorizza il nostro patrimonio immateriale va perseguito e continuamente alimentato.

Paola Tacchini. Quando si parla di cultura sottovalutata, soprattutto con quello che sta accadendo oggi, dove machismo, prepotenza, ingiustizie ed armi la fanno da padroni, ripenso all’antica Grecia, alla diversità di Sparta e Atene, rivali nel voler imporre la propria egemonia. In principio Sparta dominava, armi, selezione scelta degli individui più forti, tanto da liberarsi dei fragili ed imperfetti, ma oggi noi abbiamo ereditato la filosofia, l’arte, la saggistica, in sintesi la cultura degli ateniesi. Partiamo da una seria valorizzazione di ogni forma di cultura, i fondi da veri mecenati, arrivano dopo.

3) Secondo voi ci potrebbero essere tutti i presupposti per porre delle basi per la realizzazione di un’orchestra attingendo allievi dal conservatorio e dalla fondazione Stauffer? potrebbe essere di lancio per Cremona a livello mondiale?
Maria Vittoria Ceraso. All’interno di una città già musicalmente molto attiva e al centro dell’attenzione anche a livello internazionale credo che la nascita di un’orchestra formata dagli allievi delle principali istituzioni musicali possa rappresentare un valore aggiunto con la prospettiva di far registrare anche positive ricadute sul piano occupazionale per i giovani musicisti che studiano e si formano nella nostra città dando vita anche ad un nuovo percorso di valorizzazione della musica e alla possibilità di collaborazioni prestigiose con altre orchestre sinfoniche e con altre città.

Ferruccio Giovetti. La facoltà di Musicologia e l’Istituto Superiore Stradivari, fucine di nuovi talenti e hanno un potenziale che va solo valorizzato. Non si può prescindere da queste due realtà, che già in questi anni hanno dato in diverse occasioni dimostrazione di cosa sono in grado di fare. Tutti gli attori che già hanno lavorato, anche con difficoltà e sacrificio, vanno supportati e incentivati e se potrà nascere un nuovo Ensemble ben venga.

Alessandro Portesani. Un’orchestra stabile a Cremona è il sogno della città. Lo ha ribadito anche in un intervento nel decennale del Museo del Violino, Giovanni Arvedi. Cercheremmo in ogni maniera di realizzare per lui che ha fatto tanto per la musica nella città come per tutti quei giovani che qui vengono a studiare o a perfezionarsi. Sappiamo quanto sia complesso: soprattutto per l’aspetto economico nel mantenimento di un direttore stabile e di un complesso di strumentisti che possano condurre un’attività altrettanto stabile. Ci sono esempi che possono essere comunque seguiti.  Necessaria una collaborazione stretta con tutti gli Istituti di Cultura esteri e i circuiti teatrali regionali, nazionali ed internazionali.

Andrea Virgilio. Siamo in grado oggi di parlare di orchestra, proprio perchè in questi anni sono state consolidate le istituzioni culturali in modo particolare il conservatorio e il Teatro Ponchielli. Non dobbiamo immaginare un’orchestra stabile vecchia maniera, ma al contrario la possibilità di costruire produzioni musicali, di diverso organico, con i migliori musicisti che attraversano la nostra città grazie alle grandi realtà di formazione che abbiamo.  Il Teatro Ponchielli può lavorare in questa direzione, in modo particolare grazie al finanziamento straordinario al Festival Monteverdi. Dobbiamo porci sempre più nell’ottica di essere non solo ospiti per i grandi gruppi musicali, ma lavorare affinchè la produzione nasca nella nostra città e nelle nostre istituzioni. Su questo abbiamo davanti un lavoro bellissimo e la nostra proposta di creare un ufficio musica va in questa direzione.

Paola Tacchini. È scandaloso che a Cremona non ci sia un’orchestra. Probabilmente basterebbe “copiare” dai nostri vicini: per esempio la splendida Orchestra da Camera di Mantova, tra l’altro protagonista di numerosi concerti presso il teatro Ponchielli. Il conservatorio potrebbe essere un vivaio interessante, per quanto riguarda la fondazione Stauffer si tratta di una fondazione privata, bisognerebbe chiedere a loro. Certamente non sarebbe un’operazione a breve termine, la fama a livello nazionale ed internazionale si deve conquistare con dedizione, lavoro e studio costante. È importante far capire che se anche non siamo tutti delle “rock star” siamo tutti esseri musicali.

4) Come vorreste valorizzare i patrimoni museali? Come valorizzare l’intero patrimonio conservato nelle chiese?
Angelo Frigoli. Rivendichiamo l’apertura di laboratori teatrali, cinema, sale lettura nei quartieri periferici, sotto controllo pubblico, gratuite e con orari di apertura che ne consentano l’uso ai lavoratori. Stesso discorso vale per il sistema dei musei. La gestione di tutte queste strutture deve essere demandata a comitati composti da lavoratori e cittadini, che possano in questo modo rappresentare le necessità e gli interessi culturali degli strati popolari della cittadinanza.

Maria Vittoria Ceraso. Per valorizzare il patrimonio museale è necessario in primis la cura delle sedi museali investendo risorse nella manutenzione ordinaria e straordinaria.  Ad esempio il nostro museo civico  difficilmente potrebbe ospitare grandi mostre con gli attuali problemi di infiltrazione. E’ necessario mettere a disposizione luoghi sicuri, confortevoli, inclusivi e accessibili a tutti, anche consentendo lo svolgimento di attività si compatibili, ma anche non legate espressamente al tema del museo

Ferruccio Giovetti. Partendo dal rinnovo degli arredi urbani, con la creazione di nuove aree floreali e verdi, desideriamo rilanciare il nostro patrimonio museale ma anche i palazzi antichi e non da ultimo le meraviglie delle nostre chiese, con i loro affreschi e dipinti. Politeama: vogliamo farlo risorgere come la fenice. Un museo dedicato ai personaggi cremonesi dagli attori quali Ugo Tognazzi agli artisti come Protti, senza dimenticare Gianluca Vialli.  Non solo le giornate FAI o le notte dedicate ai musei per far riscoprire le bellezze di Cremona, ma anche eventi nel centro cittadino che possano invogliare il turista a trascorrere non solo qualche ora ma un intero fine settimana

Alessandro Portesani. Conservazione degli immobili, cura e studio (umanistico e scientifico) delle opere contenute. Vanno poi riviste le modalità espositive e la strategia di promozione di eventi ed iniziative secondo una museografia e una museologia che risponda alle attuali esigenze dell’utenza internazionale. I musei vanno valorizzati mettendoli in rete fra loro contestualmente ai grandi eventi cittadini. Serve un piano di comunicazione scevro da tutte quelle stupidaggini di astronauti e panini con patatine utilizzate per il Teatro Ponchielli: mortificante per l’istituzione. Servono immagini naturali. Chiare. Forti che colpiscano e attraggono soprattutto coloro che non si sono mai avvicinati al mondo dell’arte. Essere capaci di sfruttare le grandi occasioni internazionali per far circolare il nome di Cremona nel mondo. Nessuno ha pensato che l’immagine della Vittoria alata al Museo Archeologico potrebbe essere un’icona per le prossime olimpiadi invernali?

La situazione in cui versano molte chiese costituisce un problema urbanistico che incide sull’identità della nostra città. Non è però corretto esprimere proposte senza prima essersi confrontati con chi di quegli edifici è proprietario. Serve un dialogo costruttivo sarà alla base di una dialettica capace d‘individuarne le potenzialità che non debbono dimenticare il valore liturgico e, al contempo, debbono evidenziarne i significati storico-civili ed artistici.

Andrea Virgilio.  In questi anni abbiamo visto consolidarsi le esperienze museali presenti, si sono rafforzati anche alcuni comitati scientifici, si è cominciato anche un coordinamento per la programmazione delle attività e sono nati anche nuovi musei ad esempio il diocesano, il museo verticale dal torrazzo grazie al contributo della Fondazione Arvedi Buschini e della diocesi di Cremona. Lo sbocco di questo percorso è la nascita di un sistema museale di Cremona con una funzione di regia da parte del Comune e il sostegno economico da parte del Comune con un’attenzione alla cura del patrimonio e alla promozione coordinata delle diverse attività.

Paola Tacchini. Valorizzare oggi il patrimonio cremonese, con l’immensità di accessi dal web su ogni tipo di informazione, opera, scultura, collezione museale, deve essere ripensato con lo stile, ad esempio, di Wiki Pedro (un famoso blogger fiorentino), cioè con un modo vivace, ironico e scanzonato ed un retrò di “cantastorie” medievale, che sappia raccontare affascinando ed incuriosendo con dettagli originali, l’opera di cui si parla. Il tutto in una app pensata con una nuova ottica, ma anche Cremona deve risultare facilmente accessibile, correlata da una rete di infrastrutture adeguata, di collegamenti e parcheggi gratuiti.

5) Come rilanciare il turismo a Cremona? Quali azioni intraprendere per far soggiornare i turisti più giorni in città?
Angelo Frigoli. Per quanto riguarda il turismo, bisogna creare strutture ricettive come ostelli, hotel, mense, che permettano anche a chi non dispone di risorse economiche di visitare la città.

Maria Vittoria Ceraso. Un miglior utilizzo dell’imposta di soggiorno che attualmente rappresenta lo 0,6% delle entrate correnti (stimati 300 mila euro nel 2025) investendo nelle strutture ricettive nonché dei relativi servizi pubblici locali a favore dei turisti. E’ necessario inoltre migliorare la programmazione degli eventi sul lungo periodo, potenziare la comunicazione, investire in progettualità complesse con diversi partner in vista di un obiettivo comune e puntare sulla formazione del capitale umano per svilupparne le competenze e sostenere le reti d’impresa.

Ferruccio Giovetti. Gli eventi di maggior richiamo del polo fieristico devono diventare volano per lo sviluppo di attività collegate. Bus navetta di collegamento e convenzioni con i ristoranti, bar e negozi, creazione di spazi per writers, buskers, spettacoli itineranti, “Cremona amica degli artisti di strada” con artisti italiani e stranieri. Coinvolgere le società private per organizzare crociere e visite guidate sul fiume. Inoltre ristrutturando lo  stabile della vecchia motorizzazione si potrebbero creare eventi mensili sfruttando le Colonie Padane ed il parco al Po.

Alessandro Portesani. Il turismo a Cremona si rilancia partendo da un principio contenuto in tutti gli studi. Il visitatore vuole fare ‘esperienza’ del territorio che visita. Serve mettere obbligatoriamente nei pacchetti turistici la visita alle botteghe dei liutai dove poter toccare con mano il legno, sentire le essenze delle vernici, ascoltare quei suoni studiati per centinaia di anni. Degustare la bontà dei formaggi. Della mostarda. Del torrone. Del latte. Poter osservare i panorami dal ponte di una barca. E’ necessaria una programmazione con il tessuto culturale del territorio limitrofo. Ricostruire i rapporti con Crema, Casalmaggiore, Piadena costruendo assieme eventi. Organizzazione di Convegni specialistici.

Andrea Virgilio. In realtà il turismo è aumentato in questi anni, lo dimostrano i recenti dati anche sulle affluenze nei nostri musei. Occorre ora consolidare e migliorare la qualità dell’offerta. E’ dunque necessario agire in una dimensione provinciale: la DMO (Destination Management Organization) va in questa direzione, occorre costruire una governance territoriale in grado di includere le categorie economiche realmente interessate a questo percorso. Oltre il profilo di un turismo umanistico è importante anche la valorizzazione del fiume Po.

Paola Tacchini. Quello che non serve a Cremona sono i “grandi eventi”. Non si deve trasformare la nostra città, che richiama turisti da ogni parte del mondo proprio per il suo fascino di piccola città di provincia, in un “parco a tema” con grandi eventi che somigliano più a manifestazioni da centro commerciale che ad autentiche espressioni della nostra storia e cultura (*). Sarebbe forse il caso di ascoltare chi ha studiato questi argomenti ed ha sicura competenza. Per rendere più appetibile la città e di conseguenza far sì che i turisti siano invogliati a fermarsi più di un giorno si dovrebbe intanto potenziare i collegamenti ferroviari tra Cremona ed il resto del mondo!  (*)Lo ha detto anche il professor Pier Liugi Sacco dell’Università degli Studi Chieti Pescara nel suo intervento durante il seminario tenuto lo scorso 9 Maggio presso il Campus di Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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