Cronaca

Piazza della Loggia 1974, anche un
cremonese tra chi scampò alla bomba

1974, un anno segnato da due eventi che in diversa misura hanno contraddistinto la storia d’Italia e portato ad una svolta. La bomba di Piazza della Loggia a Brescia e il referendum abrogativo sul divorzio.
“Maggio 1974: fra speranza e dolore”, questo il titolo della conferenza  tenuta nel pomeriggio in Archivio di Stato dallo storico Fabrizio Superti che ha ricostruito e analizzato i due eventi in occasione del 50º anniversario e proprio nel giorno  – il 28 maggio – in cui il presidente della Repubblica Mattarella ha voluto rendere omaggio alle vittime, con la sua visita a Brescia.

Testimone prezioso di quella giornata, presente alla conferenza,  è stato Elidio Picenardi, residente a Persichello, oggi ottantenne, che si trovava a poca distanza dal cestino portarifiuti dove era stata collocata la bomba, quel giorno, durante il comizio organizzato contro il terrorismo neofascista.  L’esplosione lo scaraventò tre – quattro metri più avanti facendolo cadere. Si rialzò a fatica perchè aveva il timpano lesionato, completamente coperto del sangue di chi, suo malgrado, gli aveva fatto da scudo trovandosi tra lui e il punto esatto dell’esplosione. A Superti ha raccontato che si era rifugiato sotto il portico perchè aveva cominciato a piovere ed era senza ombrello. A fargli spazio accanto alla colonna era stato il pensionato rimasto poi vittima – una delle 8 – dell’esplosione. All’epoca aveva 30 anni e lavorava all’OM di Brescia, una città nella città, con 5000 dipendenti. Miracolosamente la lesione al timpano, mai rimarginatasi del tutto, è stato l’unico danno fisico riportato.

1974 anno di morti e di dolore, ma anche di speranza, quella di un’Italia che cominciava ad aprirsi alle istanze della società civile. La ricostruzione storica sulle fonti di archivio è stata lo spunto per raccontare l’Italia e Cremona negli anni Settanta e le tensioni esistenti. Il referendum sul divorzio – ha spiegato Superti – ha significato una cesura storica dal punto di vista sociale tra campagna e città, tra nord e sud del Paese. In Italia e in Lombardia vinsero i no all’abrogazione della legge che aveva istituito il divorzio quattro anni prima: 60% contro il 40% di sì. La provincia di Cremona nel suo complesso vide prevalere i no con un margine più ridotto (56%), mentre nel capoluogo questi prevalsero con il 66% contro il 34% di sì. Su 120 sezioni, solo in quattro prevalse il voto conservatore. gbiagi

servizio di Lorenzo Scaratti

 

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