Politica

Il Terzo Settore ai candidati: "Non
chiamateci solo quando vi serviamo"

Il Terzo Settore chiede spazi di protagonismo ai candidati sindaco di Cremona. Lo ha fatto questo pomeriggio in sala Forum attraverso la presidente Donata Bertoletti, che ha coordinato un incontro molto partecipato con i protagonisti della campagna elettorale.  I bisogni sociali, di cura delle persone, sono enormemente aumentati – ha evidenziato Bertoletti –  e l’esperienza del COVID non ha portato ad una adeguata valorizzazione di quanto il terzo settore ha attuato a supporto delle istituzioni, anch’esse piegate sotto il peso di un evento così drammatico e inaspettato. Ancora oggi il  Terzo Settore soffre per un insufficiente coinvolgimento nella progettazione degli interventi sociali ed è chiamato ad intervenire su progetti che spesso non hanno la garanzia di continuità.

“Soprattutto oggi  – ha detto –  siamo in un periodo di grande sovraccarico, di fatica, di rincorse, di urgenze ed emergenze alle quali il Terzo settore cerca di dare risposte.  I percorsi di riforma che abbiamo richiesto stanno presentando delle complessità che non avevamo immaginato e che necessitano  di una velocità nell’affrontare gli ostacoli, per far sì che terzo settore non si senta schiacciato dalla burocrazia, ma che abbia la possibilità di agire.

“Siamo costantemente sollecitati alla costituzione e alla cura di reti associative, una cura però che necessita di un sostegno  più articolato di quanto non accada ora. Anche i percorsi di finanziamento devono essere ripensati per far sì che non abbiano sempre le caratteristiche del frazionamento e del tempo determinato, del finisce un progetto e deve ricominciare daccapo.

“Il Forum, lavora per supportare le reti associative, ma ci siamo detti: il lavoro sociale oggi, ha bisogno di spazi, di respiro, di tempo. Per non essere sovraccaricati dalle emergenze, che pure ci sono, ma che richiedono di mettere a frutto la straordinaria ricchezza del nostro territorio”. Relativamente poche le associazioni che sono riuscite ad iscriversi al registro unico Nazionale in base alla nuova legge. “Anche queste dobbiamo recuperarle”, ha detto Bertoletti.

Cosa può fare il Comune per valorizzare il vasto mondo del non profit e della impresa sociale, è stata la prima domanda posta da Bertoletti.  Andrea Virgilio ha evidenziato come l’azione dell’amministrazione debba orientarsi secondo una questione di metodo, di spazi fisici e di tempo. In particolare, spazi dove potersi sempre confrontare, “li stiamo approntando grazie ai progetti di rigenerazione urbana che stanno vedendo la luce, spazi che andranno riempiti con progettualità coerenti. E poi c’è il tema della tempistica. La pandemia ha reso palese l’importanza della cura, non solo fisica, ma di vicinanza alle persone, non si può chiamarvi solo quando c’è bisogno”.

Per Maria Vittoria Ceraso “le persone devono poter avere la possibilità di orientarsi tra chi offre un sostegno di cura, bisogna mettere a sistema le varie forze. Penso a quando capita un’emergenza, ad esempio a quando un anziano perde la propria autonomia: bisogna sapere a chi rivolgersi. Il bilancio del Comune ha risorse ingenti per il welfare ma molto spesso vincolate, non sempre riesce a rispondere alle necessità che di volta in volta si presentano. Politica e volontariato non devono disperdere le risorse”.

Paola Tacchini parte dalla propria esperienza personale, da sempre impegnata nel volontariato: “Lo pratico nel mio quartiere, nel consiglio pastorale,  da catechista e da ultimo anche da caregiver. La persona anziana va tenuta il più che si può nel suo ambiente, ma non sempre è possibile, e così, per mio padre, ho scoperto a Cremona Solidale un mondo di splendide persone che regalano il loro tempo. Per me Terzo Settore significa partire dai micro interventi, dal proprio quartiere, per arrivare ai macro”.

Ferruccio Giovetti constata che “fragilità e bisogni stanno crescendo esponenzialmente, ma di pari passo c’è anche una certa latitanza ad impegnarsi nel volontariato, soprattutto tra i giovani” ha detto facendo riferimento alla fatica ad intercettare questa fascia d’età tra i donatori dell’Avis. L’idea è quella di “fidelizzare i giovani universitari alla nostra città attraverso il coinvolgimento nel volontariato, portando ai giovani esempi proattivi”.

Per Angelo Frigoli il capitalismo in sè determina la stortura sociale per cui il Terzo Settore è cosa indispensabile alle classi più povere, a cui lo Stato non provvede mentre non serve a chi ha disponibilità finanziarie.  “Una società senza diritti produce la necessità del volontariato”. “Occorre assorbire nel pubblico le forze del volontariato, integrarle  nei diritti certi. L’altra cosa da fare è eliminare le barriere, le categorie tra persone”.

Per Alessandro Portesani, “i luoghi per il confronto ci sono già, quello del Terzo Settore è un mondo di estrema ricchezza, è cambiata la terminologia, ma il senso ultimo è rimasto sempre lo stesso. Persone che con gratuità mettono a disposizione il proprio tempo. Sono d’accordo che troppo spesso si sono suddivise le persone e i loro bisogni in categorie rigide e invece occorre rendere più flessibili i servizi ai cittadini. E in questo il Terzo Settore è più avanti del pubblico perchè  già capace di modificare il proprio operato nel dare risposte. Abbiamo bisogno di un welfare di comunità, il ‘tutto pubblico’ non è più sufficiente. Il Terzo settore ha quindi tutte le potenzialità per diventare protagonista di questo cambiamento”. gb

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