Lettere

Giordano (FDI): persone fragili,
interventi per la domiciliarità

da Ilaria Giordano, candidato al consiglio comunale lista FDI

Egregio direttore,

in questo periodo di possibile cambiamento per la nostra città diviene necessario pensare, per il prossimo futuro, ad un sistema di Welfare caratterizzato da una valorizzazione della persona fragile e del suo sistema famigliare, che devono inevitabilmente porsi al centro di ogni intervento di assistenza comunitaria.

In questo momento storico, le famiglie ricercano sempre più soluzioni proprie, con l’obiettivo di mantenere il più a lungo possibile la persona fragile al proprio domicilio.
La casa come luogo di cura prevede una complementarietà di risposte fornite in primis dalla rete dei servizi sanitari e socio sanitari territoriali integrati nonché dall’apporto indispensabile offerto dalle reti di volontariato e dell’associazionismo locale.

La casa come luogo di cura richiede quindi la conferma di un’ampia gamma di offerte assistenziali, finalizzate ad attivare interventi appropriati e di qualità.
Il modello da perseguire, pertanto, è quello che garantisce il rispetto e l’individualità dei percorsi di cura della persona, al fine di rispondere in maniera appropriata ed integrata ai bisogni espressi di fragilità.
I progetti di accompagnamento devono essere inclusivi e non scollegati dal contesto sociale, ma in stretta relazione con la comunità locale.
Ritengo quindi rilevante il poter offrire percorsi educativi e di sostegno ai familiari nonché CAREGIVER, rafforzando così le potenzialità e le competenze delle singole famiglie nel lavoro quotidiano di cura.
Un desiderio è quello di ripensare ad un sistema di Welfare che diventi il centro di una politica dell’abitare, che valorizzi le iniziative delle famiglie, dell’associazionismo, del mondo del volontariato in stretta integrazione e collaborazione con le reti formali e professionali.
Pertanto, quale futuro per far fronte alle fragilità delle persone?
Tutto può essere fatto, basta trovare la modalità appropriata per farlo, ovvero lavorare insieme per poter lasciare a lungo le persone nei propri luoghi di vita, nei propri campi di relazione, di bisogno, di speranza e, soprattutto, di ascolto.
In questo modo viene così garantito e tutelato il rispetto della dignità, dell’autonomia e del bisogno di salute di ogni persona.

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