Undicenne adescata in rete
Risarcimento e messa alla prova
Si farà 12 mesi e 120 ore di messa alla prova in un’associazione, dopodichè, se il programma di riabilitazione sarà rispettato, il reato sarà dichiarato estinto. Così è stato deciso per un 23enne accusato di adescamento di una ragazzina di 11 anni e detenzione di materiale pedopornografico. La vittima, parte civile a processo (la rappresentava la madre assistita dall’avvocato Marco Soldi), ha ottenuto un risarcimento di 5.000 euro e di conseguenza il giudice ha accolto la richiesta di messa alla prova. Un insospettabile, l’imputato, un commesso milanese che è finito a processo anche a Milano per episodi analoghi.
A Cremona, facendosi passare per un 14enne, avrebbe adescato su Instagram la giovanissima cremonese. I fatti risalgono al novembre del 2020, in pieno lockdown da Covid.
“Volevo conoscerti”, “Tu mi piaci tantissimo”. Il primo contatto era avvenuto su Instagram, dove lui le avrebbe chiesto una foto di lei con indosso gli slip. La ragazza, pur non mostrando il volto, aveva acconsentito, dopodichè lui le aveva chiesto il numero di whatsapp dove i due avevano continuato a messaggiarsi. “Amore, tu vuoi essere la mia ragazza”, le avrebbe scritto. “Se mantieni la promessa vengo a Cremona per te”.
Poi, però, il tenore dei messaggi si sarebbe fatto più volgare, con insulti e ricatti da parte dell’imputato, che dalla ragazzina con insistenza avrebbe preteso altre foto di lei in mutande e reggiseno. Altrimenti avrebbe pubblicato l’unica foto che le gli aveva inviato in precedenza su diversi social e siti per adulti. “O videochiamata ora, e poi la smetto, o pubblico”. “Facciamo videochiamata o pubblico”.
Evidentemente la vittima era arrivata ad un punto tale da non saper più come comportarsi, e così aveva chiesto aiuto alla madre, spiegandole cosa le era capitato. La mamma si era quindi presentata negli uffici della Questura per sporgere denuncia, e anche lì sul telefono della figlia erano arrivati altri messaggi da parte dell’imputato.
Nel corso delle indagini il giovane era stato identificato. Nella memoria del suo cellulare erano stati trovati 14 file di immagini a contenuto pedopornografico.
Oggi la ragazzina si sta sottoponendo ad una terapia psicologica. Si torna in aula il 10 settembre per verificare che il percorso riabilitativo del 23enne sia stato rispettato.
Sara Pizzorni