Cronaca

Tentato omicidio di via Sardagna
L'aggressore non risponde al gip

L'abitazione di via Sardagna

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, il nordafricano di 36 anni che verso la mezzanotte di venerdì, in un’esplosione di violenza, ha aggredito a suon di calci e pugni il suo vicino di casa, un 46enne residente in una delle palazzine dell’Aler in via Sardagna, all’altezza del civico 4, nel quartiere Borgo Loreto. L’indagato, disoccupato, che vive con la madre, assistito dall’avvocato Giorgio Lazar, è in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Al gip che avrebbe dovuto interrogarlo questa mattina, l’uomo non ha risposto. Il ferito, un connazionale di 46 anni, è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Cremona dove i medici lo hanno sottoposto ad un’operazione alla testa.

“Non è in fin di vita”, ha però chiarito il legale dell’indagato, che per il suo cliente ha chiesto di derubricare il reato da tentato omicidio a lesioni personali aggravate. Come misura, il legale ha chiesto l’obbligo di firma o in alternativa gli arresti domiciliari a casa con la madre, che sta tornando a Cremona dal Marocco. Il giudice si è riservato.

I motivi del contendere sono da ricondurre a “pessimi rapporti di vicinato con denunce, querele, risse” che i due hanno da tempo. Venerdì la situazione è degenerata. Tra i vicini, che si sono picchiati a vicenda, è scoppiata l’ennesima lite nella quale il 46enne ha avuto la peggio. Ad indagare e ad arrestare il 36enne sono stati gli agenti della Squadra Volante della Questura di Cremona che una volta arrivati sul posto hanno trovato il ferito a terra in posizione supina vicino all’ingresso del plesso condominiale. Si trovava in stato di incoscienza,  aveva evidenti tumefazioni al volto e dalla testa usciva sangue.

Poco prima del trasporto in ospedale del ferito, i poliziotti hanno
notato la presenza di un uomo affacciato al balcone di una delle palazzine, conosciuto dagli agenti per precedenti interventi a causa di liti e aggressioni tra i due vicini. Abbagliato dal fascio di luce delle torce, il 36enne si è coperto il volto con la mano destra rendendo evidente la presenza di una fasciatura rudimentale che lasciava supporre un possibile suo coinvolgimento nella vicenda.

La perquisizione domiciliare, inoltre, ha permesso di trovare e sequestrare gli abiti insanguinati compatibili con quelli indossati dall’aggressore sulla base della descrizione fornita da uno dei testimoni.

Sara Pizzorni

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