Roberto Salis a Cremona: "Per mia
figlia carcere più duro di 41 bis"
Roberto Salis, padre di Ilaria, è approdato a Cremona nel pomeriggio di domenica, per portare avanti la campagna elettorale della figlia, detenuta nel carcere di Budapest e candidata alle europee nella lista Alleanza Verdi Sinistra. Una testimonianza forte, quella dell’uomo, che si trova a dover fare una campagna elettorale per interposta persona, nella speranza che una eventuale elezione della figlia possa portarla ad una risoluzione della situazione in cui si trova.
“Non credo si sia mai visto nella politica italiana qualcuno che fa campagna elettorale per conto terzi” ha detto Salis. “E’ impegnativo e faticoso, ma i figli vanno aiutati in tutti i modi, e non mi tiro indietro”.
Non ha nascosto i dettagli agghiaccianti della difficile situazione in cui si trova Ilaria: “E’ sottopsta a un regime di carcere duro, peggiore del 41 bis in Italia. Ha solo un’ora d’aria, mentre le altre 23 ore deve stare rinchiusa in cella. Per lei, che era abituata a una vita attiva e a fare sport, è molto pesante”.
Se arriverà al Parlamento europeo, le battaglie di ilaria saranno legate alle problematiche che l’hanno riguardata in questo periodo di detenzione: “Il giusto processo, lo stato di diritto, la situazione carcararia in Europa e in Italia” spiega ancora Salis.
Ad invitare il padre della candidata, che ha tenuto un incontro all’osteria del Fico, è stato il gruppo politico Sinistra per Cremona, che si sta muovendo per portare avanti una battaglia importante, che è la stessa di Ilaria. Presenti anche Lapo Pasquetti, capolista di Sinistra per Cremona, Arianna Bettin, candidata a Monza, Paolo Losco, segretario provinciale di Sinistra Italiana, Massimiliano Smeriglio, europarlamentare.
“Tutto è legato al tema dei diritti” sottolinea Pasquetti. “E’ una battaglia che coinvolgie non solo la famiglia di ilaria ma tutta Europa e l’Italia. E’ una battaglia per i diritti e per una giustizia equa. E’ importante che, visto che l’Ungheria p un paese dell’Ue, questo tema venga sottoposto all’attenzione del Parlamento Europeo. Se vogliamo avere un’Europa unita, lo deve essere anche nel riconoscimento dei diritti e nelle tutele giudiziarie”.
Laura Bosio