Politica

Nidi comunali, Virgilio: "Lavoriamo
per abbattimento rette"

Rette degli asili nido comunali ulteriormente ridotte, anche per le famiglie con Isee superiore a 20mila euro. Il candidato sindaco del centrosinistra Andrea Virgilio lancia la sua proposta per le politiche dell’infanzia a sostegno delle famiglie.

“L’intenzione – spiega – è quella di attivare una collaborazione più stretta con l’Inps, per facilitare ulteriormente l’accesso al ‘Bonus asili nido’ dell’istituto di previdenza. Obiettivo: garantire un contributo importante per abbattere le rette non soltanto per le famiglie con Isee fino a 20mila euro, per le quali l’importo già oggi si azzera, ma anche per quelle con una soglia di indicatore economico più elevata (fino a oltre 40mila)”.

Una vera e propria riforma, sull’esempio delle sperimentazioni di altri Comuni come Mantova e Vicenza, che ha portato a tagli delle rette anche di un 20 per cento.

“Asili nido e scuole dell’infanzia, inoltre, saranno mantenuti dal Comune in gestione diretta: per aumentare la disponibilità di posti nell’ambito del sistema integrato per la fascia 0-6 anni cercheremo nuove intese con i privati”.

Parlando delle strutture, “verrà costruito un nuovo Polo dell’Infanzia, il terzo, nell’edificio che sorgerà al posto della scuola Martiri della libertà, ad oggi inagibile.

L’accorpamento delle scuole che andranno a formare i nuovi Poli renderà disponibili alcuni spazi che verranno riconvertiti in micronidi o in nuovi servizi per l’infanzia” fanno sapere dalla lista di Virgilio.

La qualità del menù delle mense comunali è indiscussa e vanta persino il recente riconoscimento nella categoria ‘Mensa Top’ del Summit organizzato da Foodinsider – Osservatorio sulle mense scolastiche. “Cremona – ha aggiunto Virgilio – dovrà essere sempre più un riferimento all’interno del sistema scolastico cittadino, per la scelta dei menù e per la formazione dei cuochi che preparano i pasti direttamente nelle cucine di nidi e scuole dell’infanzia”.

L’intenzione del candidato sindaco è anche quella di sottoscrivere protocolli con aziende del territorio per garantire agevolazioni e accesso a servizi educativi di qualità per i figli dei loro dipendenti, secondo forme innovative di welfare aziendale che già si stanno sperimentando in alcune realtà territoriali.

!Per orientare le famiglie nella scelta delle diverse offerte educative per la prima infanzia messe a disposizione da pubblici o privati, saranno attivati nuovi servizi digitali e piattaforme informatiche” continua Virgilio.

Infine, verranno attivati nuovi servizi per famiglie con figli piccoli attraverso accordi con il terzo settore, l’associazionismo familiare, o reti di famiglie per aggiungere altre offerte che rispondano a tutte le esigenze di conciliazione dei tempi lcasa – famiglia – lavoro.

Tutto questo senza dimenticare che, ad oggi, una famiglia con uno o più bambini di età 0-6 anni trova già a Cremona un’offerta di servizi educativi e di scuole per l’infanzia ampia ed inclusiva.

Le scuole dell’infanzia gestite direttamente dal Comune sono nove e ci sono 4 asili nido comunali che coprono con i loro 230 iscritti una parte consistente della domanda. Sei sono le scuole dell’infanzia statali per le quali le famiglie non pagano rette ma solo il costo del pasto, a cui si aggiungono le 5 scuole dell’infanzia paritarie private per le quali il Comune concorre, attraverso una convenzione, a un attenuamento delle rette.

All’offerta comunale si aggiunge inoltre quella costituita da 11 asili nido privati (con 354 iscritti) e 3 micronido privati (31 iscritti), per i quali il Comune interviene per calmierare le rette, oltre a 4 nidi privati convenzionati e individuati attraverso una procedura pubblica.

E sulle politiche dell’infanzia Virgilio chiude lanciando una stoccata al centrodestra. “Vorrei ricordare che quel centrodestra che si vuole candidare alla guida della città e che oggi si riempie la bocca di attenzione alla “natalità” aveva portato, attraverso l’allora assessore alle politiche educative della Lega, a una retta minima di 200 euro più 150 euro di costo dei pasti che invece, a partire dal 2015, è stata ridotta portando la tariffa minima da 200 a 40 euro, elevandola gradualmente in base a 8 fasce ISEE, fino ad arrivare ad una fascia massima di 400 euro solo per chi supera i 25 mila euro di indicatore”. Per buona pace del sostegno (reale) alle famiglie.

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