Chiesa

Padre Benanti alla Cattolica
racconta il potere dell'AI

E’ iniziato poco dopo le 18 in Università Cattolica di Cremona, l’incontro dal titolo “Dov’è il sapiente? Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà” con ospite padre Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, professore di Teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana e autore di pubblicazioni di alto valore scientifico in materia di etica, bioetica ed etica delle tecnologie, tra cui il più recente “Human in the loop. Decisioni umane e intelligenze artificiali”.  L’evento è stato organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Cremona con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il mensile Riflessi Magazine (www.riflessimag.it) in occasione del 5° anniversario del periodico digitale diocesano e della 58ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che Papa Francesco ha dedicato proprio al tema Intelligenza artificiale.

Padre Paolo Benanti, presidente della Commissione AI per l’informazione del Governo italiano e unico italiano membro del Comitato sull’Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite, ha parlato a una folta platea attenta e partecipe. Tanti anche gli studenti, quattro dei quali dei quattro diversi atenei presenti a Cremona hanno preparato domande relative ai propri indirizzi. In prima fila le autorità civili, militari e religiose della città.

Tanti i temi trattati, “il grande potere dell’intelligenza artificiale – ha detto – è la capacità di predire”, spiegando pericoli e opportunità, partendo dalle auto elettriche e ipertecnologiche, all’uso responsabile della tecnologia. Attraverso un escursus storico dettagliato, Padre Benanti ha ripercorso la nascita, la diffusione del computer e l’impatto che ha avuto sulle nostre vite, spiegando in particolare come il software abbia acquisito il poter di definire la realtà. Toccando aspetti pratici e analisi filosofiche, ha posto poi diversi interrogativi: se mettiamo l’uomo e la macchina sullo stesso livello, chi ci garantisce che l’uomo faccia da sensore alla macchina e non la macchina da sensore all’uomo? sullo smartphone è il dito che controlla il display o è la notifica che determina l’azione? e la questione si è spostata sulla libertà.

E ancora, un approfondimento sull’analisi del modo in cui uomo e macchina si toccano o differiscono attraverso i decenni, fino ad arrivare alle trasformazioni del terzo millennio e all’intelligenza artificiale, analizzando le differenze tra il funzionare e l’esistere, passando per gli algoritmi emotivi.

La conclusione arriva dopo le domande degli studenti e in particolare in risposta al giovane che frequenta il corso di musicologia che ha domandato: “Quale nuovo spazio potrà ritagliarsi la capacità creativa dell’artista e con essa la sua capacità di anticipare e ridefinire i canoni di bellezza, e come conciliare il bisogno di lasciarsi sorprendere dall’arte con l’efficienza delle nuove capacità di previsione, rese possibili dalle nuove tecnologie” la risposta di padre Benanti offre una visione ottimistica: “questa nuova forma di creazione va capita più come un nuovo tipo di pennello piuttosto che  qualcosa che uccide quello che c’era prima, la macchina non ha capacità estetiche, la macchina propone e l’uomo con il proprio senso creativo poi decide. La fotografia quando è stata inventata non ha ucciso la pittura”.

Cristina Coppola

 

 

 

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