Esami per patenti truccate,
quattro arresti e 60 indagati
Secondo l’accusa, truccavano gli esami per il conseguimento della patente di guida, attraverso un sistema di suggerimento delle risposte da remoto: quattro persone sono state arrestate e 60 indagate – tra cui anche molti cremonesi – nell’ambito di una maxi operazione congiunta eseguita dalla Polizia Provinciale, dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale di Brescia nelle province di Cremona, Brescia e Napoli.
Una vera e propria associazione per delinquere, che farebbe capo a Jonathan Locatelli, proprietario di quattro scuole guida, a Castelverde, a Verolanuova e a Napoli. Insieme a lui, arrestati anche Annibale Gavazzoni e Antonio Governucci, che sono finiti agli arresti domiciliari, e Marianna Nervi, per la quale è stato disposto l’obbligo di firma.
L’indagine è partita dalla Polizia Provinciale di Brescia, coordinata dal commissario capo Fabio Peluso, responsabile del nucleo di Polizia Amministrativa, nell’ottobre 2022, con un controllo a tappeto di tutte le scuole guida del territorio bresciano, avviato in seguito ad una serie di interventi effettuati dalla Polizia Stradale alla Motorizzazione civile di Brescia, dove decine di candidati di diverse etnie venivano trovati in possesso di apparecchiature elettroniche idonee a ricevere suggerimenti dall’esterno.
Un primo traguardo nell’indagine c’era stato nel luglio 2023, quando gli investigatori avevano eseguito una serie di perquisizioni. Nel mese di settembre 2023 erano quindi scattate le prime quattro misure cautelari. Oggi, l’atto conclusivo, che ha portato agli arresti. Ma le operazioni sono ancora in corso, e il numero degli indagati potrebbe aumentare.
LE INDAGINI
Il sodalizio criminale si sarebbe mosso per far ottenere a diversi candidati patenti di guida e/o certificati di qualificazione del conducente, attestando falsamente la partecipazione dei candidati al previsto corso di formazione (obbligatorio) ed avendo, nell’ambito dei previsti esami di conseguimento dei titoli, munito fraudolentemente i candidati di microcamere e auricolari miniaturizzati collegati con un suggeritore esterno che avrebbe fornito le risposte corrette da fornire in sede di esame.
Gli investigatori, attraverso mirate indagini economico-patrimoniali, avrebbero evidenziato un’effettiva sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto dal titolare di autoscuole di oltre 1 milione di euro. E’ quindi scattato il sequestro preventivo del denaro.
L’ACCUSA
Secondo l’accusa, l’associazione per delinquere era finalizzata a far ottenere patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente (C.Q.C.) per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi. L’indagine, nel corso della quale la Guardia di Finanza ha effettuato mirate indagini economico-patrimoniali, con il sequestro per sproporzione di oltre 1 milione di euro, ha permesso di contestare i reati di associazione a delinquere, corruzione, istigazione alla corruzione e numerosi falsi in atto pubblico.
È stato anche contestato il reato speciale di sostenimento degli esami di guida tramite sistemi di suggerimento, oltre ad ipotesi di estorsioni sui candidati. Individuato anche, uno dei primi casi in Italia, il cosiddetto “telefonista”, ossia colui che da remoto si collegava per suggerire le risposte al quiz.
L’INDAGINE PROSEGUE
Attualmente sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi, con l’analisi da parte degli investigatori di oltre 2.000 patenti (tipo A-B-C-C.Q.C.) conseguite da soggetti provenienti dall’intero territorio nazionale. Proseguono anche le perquisizioni, condotte anche con il supporto tecnico-operativo del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata con l’impiego di moderne strumentazioni tecnologiche e di due unità cinofile “cash dog” della Guardia di Finanza per la ricerca di soldi contanti.
Si prospetta il sequestro penale con conseguenti ritiro e invalidazioni dei titoli illecitamente ottenuti da parte dell’Autorità Amministrativa competente.
Laura Bosio