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Gaza, Israele aspetta la risposta di Hamas. Biden chiama Netanyahu

(Adnkronos) – Israele continua a preparare l’operazione su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre Hamas prende altro tempo prima di rispondere alla nuova proposta di cessate il fuoco: “E’ in fase di studio ed è troppo presto per prendere una decisione in merito”, dice Sami Abu Zuhri, un alto funzionario dell’organizzazione. La fumata bianca è un obiettivo apparentemente ancora lontano. “Non accetteremo alcun accordo che non includa la fine dell’aggressione a Gaza”, aggiunge. “Il movimento ha assicurato ai fratelli in Egitto e in Qatar che è seriamente intenzionato a raggiungere un accordo, ma non si piegherà alle pressioni degli Stati Uniti”. 

Intanto, secondo quanto riferisce ‘Haaretz’, una delegazione di Hamas, guidata dal capo della squadra negoziale del gruppo Khalil al-Hayya, arriverà lunedì al Cairo per continuare le discussioni con alti funzionari dell’intelligence egiziana. 

 

Il Cairo ha elaborato una nuova proposta di accordo tra Israele e Hamas che prevede il rilascio di venti ostaggi dalla Striscia di Gaza in cambio di un cessate il fuoco di tre settimane. Lo scrive il Wall Street Journal, sottolineando che l’obiettivo della proposta è anche quello di rinviare l’eventuale offensiva a Rafah. La proposta è stata concordata con Israele, scrive i Wsj, e prevede un’iniziale pausa dei combattimenti che sarebbe poi estesa dai mediatori. Non è chiaro, affermano i funzionari egiziani, se questa pausa porterà alla fine della guerra. 

 

Nellle scorse ore, colloquio telefonico tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Nel corso della conversazione telefonica i due leader “hanno discusso di Rafah” e il presidente Usa “ha ribadito la sua chiara posizione”, come riferisce la Casa Bianca in una nota. 

Biden, inoltre, ha riaffermato “il suo fermo impegno per la sicurezza di Israele dopo il successo della difesa contro l’attacco senza precedenti dell’Iran con missili e droni all’inizio del mese. Ha inoltre fatto il punto sui colloqui in corso per garantire il rilascio degli ostaggi e l’immediato cessate il fuoco a Gaza”. 

Il presidente degli Stati Uniti “ha fatto riferimento alla sua dichiarazione, insieme ad altri 17 leader mondiali, in cui chiedeva ad Hamas di rilasciare senza indugio i propri cittadini per garantire il cessate il fuoco e i soccorsi alla popolazione di Gaza. Il Presidente e il Primo Ministro hanno anche discusso dell’aumento dell’assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso i preparativi per l’apertura di nuovi valichi settentrionali a partire da questa settimana. Il Presidente ha sottolineato la necessità che questi progressi siano sostenuti e rafforzati in pieno coordinamento con le organizzazioni umanitarie”. 

La diplomazia continua a lavorare, ma la macchina militare di Israele non si ferma. Il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano, il tenente generale Herzi Halevi, ha approvato ”i nuovi piani per la continuazione della guerra” presentati presso il quartier generale del comando meridionale a Beersheba. L’approvazione dei piani precede quella che sembra essere la sempre più imminente offensiva israeliana a Rafah, la città nel sud della Striscia dove sono radunati circa 1,4 milioni di palestinesi. 

Un funzionario israeliano afferma a ‘The Times of Israel’ che “i preparativi per l’operazione a Rafah stanno continuando”. In qualsiasi accordo “se ce ne sarà uno, Israele non rinuncerà agli obiettivi della guerra”.  

Intanto, 30 paracadutisti riservisti israeliani si sono rifiutati di rispondere alla chiamata dell’esercito. Lo riporta l’emittente Channel 12, spiegando che i trenta hanno riferito all’Idf di non essere più in grado di svolgere i loro compiti. Secondo l’emittente, i loro comandanti non costringeranno i paracadutisti a partecipare all’operazione. 

Il Qatar, fulcro delle trattative da mesi, ha sottolineato che sia Israele che Hamas dovrebbero dimostrare ”maggiore impegno e maggiore serietà” nei negoziati per arrivare a un accordo sul cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. 

Secondo quanto riferito a Haaretz dal portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, ”speravamo di vedere più impegno e più serietà da entrambe le parti”. Sia Hamas sia Israele, ha affermato, hanno preso le proprie decisioni basandosi su interessi politici e non per il bene dei civili. In merito allo stato attuale dei negoziati, al-Ansari ha affermato che ”entrambe le parti sono trincerate nelle loro posizioni”. Impegnato a mediare, il diplomatico del Qatar ha detto che ”se c’è un rinnovato impegno da entrambe le parti, sono sicuro che potremo raggiungere un accordo”. 

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