Lettere

Il nuovo ospedale non risolverà
i problemi della cronicità crescente

da Rosella Vacchelli- Gianluca Franzoni

Arrivano tardi il candidato Virgilio e il consigliere Piloni a proporre un “tavolo di lavoro… che non trascuri il tema cronicità”, tema scientemente ignorato dalla politica locale sponsor del progetto Nuovo Ospedale, progetto di muri e funzioni perchè “prospetta un modello assistenziale ad oggi non esistente” che scarica su un territorio non attrezzato volumi importanti di assistenza quali 25.000 giornate di degenza per acuti, l’ hospice, la prevenzione e pure la cronicità che nel Cremonese ha visto un +13,5% dal 2012 al 17 e un +8% rispetto alla media lombarda, in una provincia con percentuali di cittadini anziani superiori a quelle regionali/nazionali col previsto raddoppio, a 15 anni, degli ultra-85enni (PSS Reg.).

Chi gestirà il capitolo cronicità? Ha risposto il dr. Agnoletto sabato nel convegno ‘Salute, lavoro, democrazia’: arrivano i ‘gestori’ con una lettera ai pazienti cronici per chiedere una firma che li consegna a una struttura privata preordinata accompagnandoli fuori dal sistema pubblico e, per sollecitare le adesioni, si sono coinvolti i medici di base.

Ma così si negano libertà di scelta e diritto alla continuità di cura, si trascura l’investimento in fiducia su cui poggia ogni percorso di salute e soprattutto si scarica la cronicità dal treno della sanità pubblica sul binario a gestione privata cui si cede una fetta grande di utenti fragili.

In vista poi della riforma dell’autonomia differenziata che blinda gli Italiani nella regione di residenza, non si credano i Lombardi fortunati in fatto di sanità. Agnoletto dà un dato terribile: considerata come uno stato a se’ la Lombardia sarebbe all’8° posto nel mondo per morti da pandemia.

Ci salverebbe solo una sanità territoriale pubblica diffusa, non un nuovo ospedale. Invitare come fa Virgilio ad ”accompagnare la costruzione del nuovo nosocomio, condividere i servizi…senza dimenticare la cronicità” è non fare i conti con i dati di fatto, ignorare la ratio del progetto. E scoprire ora che “governare è partire dalla voce di chi è portatore di esperienze…e chiede una sanità più vicina” è un tardivo vano ‘miracolo elettorale’ perchè fino a ieri questa Amministrazione ha scelto di sentire solo la voce degli stakeholder. Lanciare poi ”un tavolo che coinvolga gli operatori sanitari territoriali” è insistere ad evitare il confronto con i veri referenti cioè i cittadini che lo hanno delegato a rappresentarne gli interessi e che sono destinatari, mandatari e finanziatori insieme del Servizio Sanitario.

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