Politica

Capelletti: "La vicenda Apic non
un fiore all'occhiello per il Pd"

Un botta e risposta su quanto fatto e non fatto nei precedenti mandati amministrativi, quello in corso tra Roberto Galletti, segretario cittadino del Pd e Chiara Capelletti, candidata per Fratelli d’Italia alle amministrative, già assessore nella giunta provinciale Salini tra 2009 e 2014. Le cosiddette piccole cose sono quelle che richiedono le più grandi attenzioni. Persino il candidato sindaco Andrea Virgilio riconosce l’importanza del tema”, ammettendolo in apertura e in presentazione della sua  candidatura. Tuttavia l’argomento è scivolato via con lo stesso snobismo con cui il centro-sinistra ha sempre trattato le richieste dei cittadini”, aveva dichiarato Capelletti.

“Non mi sorprende che lei si faccia portavoce del sentimento di rassegnazione”, la risposta di Galletti. “Quando lei, assessore alla cultura, governava il territorio provinciale con la giunta Salini, in nome di una esigenza contingente, sostenne la svendita del patrimonio immobiliare della Provincia a vantaggio di un fondo privato. Questo a discapito di un ente pubblico (l’Amministrazione Provinciale) e della nostra città, che perse l’opportunità di valorizzare quel patrimonio per rilanciare alcuni comparti come quello degli ex monasteri”.

Ora la controreplica dell’esponente FDI: “L’amministrazione uscente ha scelto di occuparsi esclusivamente dei grandi progetti strategici ‘da mettere a terra’, derubricando le richieste di prestare un po’ di attenzione alla quotidianità dei cremonesi a questioni di secondaria importanza. Come ovvio, sempre per primi, promettono che se ne occuperanno (come promisero in ben due campagne elettorali lo spegnimento dell’inceneritore).

Come ovvio, sempre per primi, promettono che se ne occuperanno (come promisero in ben due campagne elettorali lo spegnimento dell’inceneritore)”.

Poi Capelletti torna al suo passato in amministrazione provinciale: “Io sono quell’assessore provinciale alla cultura che ha dovuto far fronte alla vicenda Apic (Associazione promozione iniziative culturali, era il braccio culturale dell’amministrazione provinciale travolto da un debito accertato di tre milioni di euro verso fornitori e creditori, e di altri tre milioni di crediti inesigibili) non proprio un fiore all’occhiello per la giunta PD uscente.

Sono quell’assessore che non si è tirata indietro, salvando il progetto ‘Distretto Culturale della Provincia di Cremona’ che rischiava di saltare a causa dell’incrinata credibilità dell’Ente Provincia di Cremona proprio per la vicenda Apic; quel progetto, da me rivisto, ottenne un finanziamento di 10 milioni di euro sul bando di Fondazione Cariplo.

“Mi permetto di evidenziare a Galletti che avere l’ambizione di dare risposte concrete alle ripetute richieste di intervento ed attenzione al degrado e alla trascuratezza – segnando così una netta differenza di approccio di governo – significa già avere una progettualità definita, un’idea chiara di che città vogliamo vivere. E ciò non ci renderebbe amministratori inadeguati, al contrario!”.

“Certamente – continua Capelletti- oltre a ciò abbiamo anche altre ambizioni per la rinascita ed il rilancio di Cremona. Ad esempio, abbiamo intenzione di affrontare la situazione di via Giordano che necessita di una riqualificazione non solo viabilistica, ma anche urbanistica e paesaggistica; abbiamo intenzione di mettere mano al tema della sosta, riproponendo il gestore unico, che è una tra le tante promesse mai mantenute dall’attuale amministrazione, affrontando con determinazione e coraggio la convenzione per l’autosilo di piazza Marconi; abbiamo intenzione di mettere a tema i quartieri, non solo il centro, che sono luoghi in cui serve un reale presidio delle forze di polizia locale.

“Ci sono poi aperte le questioni della viabilità di via Ghinaglia e il rilancio dell’Ente Fiera; il brand di “Cremona città della musica” va rilanciato e riempito di contenuti che possano contemplare anche eventi più popolari e meno elitari, individuando una collocazione logistica adeguata, appetibile e rispettosa per tutti. Inoltre, in termini di strategia, Cremona ha bisogno di ridefinire un’identità forte acquisendo maggiore consapevolezza del proprio valore, trovando amministratori non più autoreferenziali e con una visione limitata, ma che abbiano la forza di uscire dai confini comunali andando alla ricerca di opportunità per la città e il suo territorio.

“Potrei proseguire per ore, elencando questioni sospese o, peggio, rilegate in angolo perché scomode. Galletti sarà presto soddisfatto, non sia troppo impaziente, troverà le risposte che cerca nel programma.

“Una cosa è certa- è la conclusione – la differenza nel metodo e nell’approccio di governo del centrodestra sarà diversa, decisamente alternativa. I cremonesi troveranno amministratori aperti all’ascolto e al dialogo (elementi mancati in questi anni e sostituiti da supponenza), che avranno la fermezza di prendere decisioni senza aver poi il timore di spiegarle”.

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