Ambiente

Dal palco di Caravaggio la proposta
di legge contro il consumo di suolo

foto Sessa

AGGIORNAMENTO – E’ iniziato poco dopo le 10 Caravaggio il flash mob delle associazioni (l’organizzazione è formata dal coordinamento Salviamo il suolo, che raggruppa molti circoli, gruppi di cittadini, comitati delle province coinvolte; in prima fila Legambiente e Acli) per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio di cementificazione tutt’attorno al Santuario dedicato a Santa Maria della Fonte, appartenente alla Diocesi di Cremona. Un abbraccio virtuale che coinvolge circa 200 persone (ma le adesioni hanno raggiunto le 400) giunte da buona parte della Lombardia.

Per la Diocesi cremonese è presente Eugenio Bignardi: “Il santuario – afferma – è minacciato da progetti di occupazione di suolo; ci apprestiamo ad abbracciarlo virtualmente e fisicamente, non solo le mura ma anche l’ambiente che fa tutt’uno con esse. Il santuario è diventato luogo di silenzio e pace perchè attorno ha la campagna; è un valore che esiste da 600 anni e vogliamo che continui ad esserlo”.

Dal palco, monsignor Amedeo Ferrari, rettore del santuario, ha ripreso il messaggio dei vescovi lombardi sulla difesa della natura e dell’area circostante il santuario.

“Il patrimonio ambientale della zona in cui si trova il Santuario Santa Maria del Fonte – si legge nel documento –  è sempre stato tutelato e rispettato, tanto che nel corso degli anni il territorio circostante è stato considerato ‘area agricola di salvaguardia’. In alcune parti del territorio sono stati infatti posti vincoli urbanistici e paesaggistici che hanno consentito di preservare le aree agricole che per 600 anni hanno circondato il Santuario, diventando tutt’uno con esso. Anche il reticolo dei canali, alimentati dai fontanili, tipici della zona, ha caratterizzato l’area: il nome di Santa Maria del Fonte evidenzia che l’apparizione della Madonna è avvenuta presso una sorgente che dava acqua alla terra e alle persone che vi lavoravano.

Tuttavia, da alcuni anni tale patrimonio è minacciato da iniziative e decisioni che sembrano non tener conto della rinnovata consapevolezza, fatta propria dal legislatore e dagli stessi cittadini, sui temi della tutela ambientale e paesaggistica, non considerando l’origine secolare di questo monumento e del territorio circostante.

Il progetto di trasformazione di porzioni importanti del territorio in aree industriali o commerciali, sottraendole all’uso agricolo, riguarda in verità varie zone del territorio della Bassa Bergamasca e aree limitrofe. Processo che negli ultimi anni ha portato il fenomeno del consumo di suolo a valori assai elevati, rispetto al quale assume un’importanza centrale il tema di un’efficace pianificazione, regolazione e controllo da parte delle Istituzioni competenti, in modo da armonizzare le diverse esigenze (produttive, abitative, ambientali e paesaggistiche) nella costante ricerca del bene comune.

Nel caso del Santuario di Caravaggio i nuovi insediamenti produttivi andrebbero a insistere su un territorio fragile e strettamente legato a un monumento che, rassicurante e maestoso, rappresenta un elemento costitutivo e caratterizzante dell’intera area”.

“Il santuario è minacciato da progetti di occupazione di suolo; ci apprestiamo ad abbracciarlo virtualmente e fisicamente, non solo le mura ma anche l’ambiente che fa tutt’uno con esse. Il santuario è diventato luogo di silenzio e pace perchè attorno ha la campagna; è un valore che esiste da 600 anni e vogliamo che continui ad esserlo”.

A illustrare la proposta di legge di Legambiente per ridurre consumo di suolo lombardo è intervenuto Paolo Falbo, docente universitario di Economia: “Cominciamo a costruire nelle aree dismesse e inutilizzate, è semplice. 7 kmq di aree dismesse sono proprio qui di fronte, usiamo quelle”, ha detto. “E poi, le Valutazioni di Impatto Ambientale non possono più essere una facoltà, se i dirigenti si sentono ‘sotto ricatto’, si introduca uno strumento amministrativo per cui se arriva una proposta di insediamento superiore a un ettaro, la valutazione di impatto ambientale scatta in automatico”.

Testo di Giuliana Biagi e dell’inviato a Caravaggio Simone Bacchetta

 

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