Cronaca

Rischiava di morire soffocato
Bimbo salvato dalla polizia

Hanno salvato la vita ad un bimbo di due anni che rischiava di morire soffocato. Dramma scongiurato grazie al pronto intervento e alla professionalità degli agenti della Questura di Cremona. E’ successo ieri pomeriggio, quando, nel corso di un servizio di perlustrazione del territorio, gli uomini della Squadra Volante sono stati attirati dalle urla disperate di una donna che chiedeva aiuto ma che non si riusciva a capire dove si trovasse.

Subito si sono accorti che le urla provenivano dal balcone del secondo piano di un’abitazione dove c’era una  una donna in forte stato di agitazione, con in braccio un bambino apparentemente privo di vita.

La mamma, in preda al panico, continuava a scuotere il bimbo, chiedendo aiuto e urlando frasi in lingua straniera. Gli agenti hanno quindi individuato il condominio e una volta arrivati al pianerottolo hanno visto la donna  in forte stato di agitazione con un’evidente iperventilazione, disperata per le condizioni del figlio. Il bimbo era inerme, con la cute del viso di colore bluastro-violaceo, tipica conseguenza di un’insufficiente quantità di ossigeno nel sangue.

Considerata la gravità delle condizioni del bambino, i poliziotti, intuito che potesse trattarsi di soffocamento, hanno immediatamente allertato il 118 e nel frattempo, vista l’urgenza,  uno degli operatori ha praticato al piccolo la cosiddetta manovra “Heimlich”, posizionando il bambino in posizione prona sull’avambraccio sinistro, esercitando alcuni leggeri colpi. Dopo vari tentativi di disostruzione, il bambino ha finalmente ripreso gradualmente la normale colorazione e successivamente conoscenza, iniziando a tossire e piangere.

In casa era presente un altro minore: una bambina di 4 anni che era molto spaventata per l’incolumità del fratellino. Tranquillizzate sia la bambina che la madre, gli agenti hanno atteso l’arrivo del personale del 118 che ha provveduto ad effettuare ulteriori accertamenti sul posto per poi trasportare il bambino, la madre e la sorella al pronto soccorso per ulteriori accertamenti.

Sara Pizzorni

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