Cronaca

Armato di pistola crea scompiglio
in un locale. Arrestato e condannato

Un 51enne con precedenti di polizia e residente in provincia di Varese è finito in arresto con le accuse di ricettazione e porto abusivo di arma da sparo con matricola abrasa.

L’intervento dei carabinieri risale alla tarda serata del 17 aprile quando, verso le 23.45, è arrivata alla centrale operativa una telefonata concitata da parte del titolare di un locale di largo Boccaccino che ha segnalato che nel suo esercizio commerciale era presente un uomo che impugnava una pistola.

Dopo pochissimo tempo, la pattuglia della Radiomobile è arrivata nel locale e ha trovato un solo cliente che corrispondeva alla descrizione della persona segnalata. L’uomo, alla vista dei militari, ha nascosto qualcosa nella cinta dei pantaloni, ma è stato immediatamente immobilizzato. E’ stato perquisito e gli è stata trovata addosso una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, con un colpo pronto per essere esploso e completa di caricatore con altre quattro cartucce all’interno. In una tasca c’erano altri due proiettili dello stesso calibro. Dopo averlo disarmato e reso inoffensivo, i militari lo hanno identificato.

L’uomo era entrato nell’esercizio commerciale con la pistola in pugno che aveva puntato verso l’alto, chiedendo un accendino e ottenendo risposta negativa. Poi aveva preso e bevuto una birra, dicendo che non l’avrebbe pagata. E in quel frangente è partita la richiesta di intervento alla centrale operativa.

Il 51enne era evidentemente alterato per avere bevuto sostanze alcoliche oltre misura. Quando è stato fatto sedere sull’auto di servizio, ha colpito il finestrino del mezzo con delle testate e la portiera con dei calci, ma è stato bloccato dai militari. La pistola è stata sequestrata e l’uomo è stato dichiarato in arresto per ricettazione e porto abusivo di arma da sparo. E’ stato trattenuto nelle camere di sicurezza in attesa dell’udienza di convalida che si è svolta questa mattina. Il giudice ha convalidato l’arresto e lo ha condannato a due anni di reclusione e 2.000 euro di multa. All’imputato, tornato in libertà, è stata applicata la misura dell’obbligo di firma.

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