Cronaca

Inaugurata in via Robolotti la
mostra diffusa di Mario Coppetti

Inaugurata ufficialmente oggi, venerdì 5 aprile, nel cortile di via Robolotti 25, la mostra diffusa “Un’altra primavera” a cura di Rodolfo Bona, promossa dalla Fondazione Mario Coppetti in collaborazione con gli esercenti di via Robolotti, che espongono nelle vetrine dei negozi le opere del compianto artista cremonese nel mese in cui ricorre il sesto anniversario della morte.

Sono 18 le sculture realizzate con diverse tecniche attraverso plurime tematiche: la guerra, sottolineando i valori della libertà e della giustizia in prossimità della Festa della Liberazione alle cui celebrazioni Coppetti non mancava mai, ma anche la donna, essenza della bellezza e dell’amore. La mostra resterà allestita fino al 27 aprile.

L’iniziativa di oggi avrà un corollario domani e domenica, con l’adesione della Fondazione Mario Coppetti all’Associazione Nazionale Case della Memoria  che nelle giornate di sabato 6 e domenica 7 aprile aprono in tutta Italia le residenze che custodiscono la memoria e il lascito di grandi figure del passato.
La casa e l’atelier di Mario Coppetti di via Chiara Novella 17 saranno aperte al pubblico, con ingresso gratuito dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14 alle ore 18.

Queste le botteghe che hanno aderito alla mostra diffusa
RobolottiSei di Manara e Perni
Arturo Ponce
Carlson e Neumann
Dongh-Pil Im
Diego Tajè
Alessandra Pedota
La botteghina del violino
Erika Ricciardi
Luigi Aquilino
Mario Rastelli
Pasquale Sardone
Giuseppe Arrè
Ettore Nordio

MARIO COPPETTI, L’ANTIFASCISMO COME ISPRAZIONE
I primi sentimenti di opposizione al fascismo, Coppetti li aveva maturati già nel dicembre del 1921 ai funerali di Attilio Boldori, assassinato a bastonate da alcuni squadristi. L’opprimente situazione a Cremona durante la dittatura lo porterà a emigrare in Francia nel 1935, dove aderirà al movimento di Giustizia e Libertà e vivrà la dolorosa esperienza della guerra e gli ultimi anni dell’occupazione nazista dopo il suo ritorno in Italia nel 1943.

Una primavera di dolore e di guerra
Dall’Ucraina alla Palestina questo 25 aprile è ancora segnato dalla tragedia della guerra. “Se fosse ancora con noi – afferma Bona- Mario ci avrebbe sicuramente interrogato con le sue opere, così come ha sempre fatto nel corso della sua esistenza segnata dal secondo conflitto mondiale e, successivamente, da quelli in Corea, nel Vietnam, in Armenia e nella ex Jugoslavia. Questi avvenimenti hanno nel tempo rinnovato in lui l’orrore per la violenza, la brutalità e l’odio, ai quali ha sempre contrapposto l’amore per l’uomo e quei valori che sono stati alla radice della sua attività politica e delle sue creazioni artistiche: la ricerca della bellezza, la fede negli ideali di fratellanza e l’impegno per migliorare il mondo in cui viviamo.

Una primavera di amore e di speranza
L’arte di Coppetti è sempre stata sorretta da una profonda fiducia nell’essere umano e nella sua capacità di amare. Per questo nella produzione dell’artista alcuni soggetti assumono un valore speciale. La donna, ad esempio, viene declinata secondo diverse modalità, sempre corrispondenti alla sua particolare visione della figura femminile, laicamente religiosa e fondata sul suo profondo rispetto dell’essere umano. Nelle sue opere, la donna si fa essenza dell’amore e della bellezza, sia materiale sia spirituale, tanto nei suoi nudi quanto nelle maternità o nelle Madonne; anche i bambini o gli animali diventano per lo scultore le modalità di espressione della tenerezza, della grazia e di un profondo desiderio di serenità e di armonia.
Realizzate con diverse tecniche artistiche, le 18 opere esposte raccontano le idee e la sensibilità di Mario Coppetti attraverso il linguaggio dell’arte.

Queste le botteghe che hanno aderito alla mostra diffusa
RobolottiSei di Manara e Perni
Arturo Ponce
Carlson e Neumann
Dongh-Pil Im
Diego Tajè
Alessandra Pedota
La botteghina del violino
Erika Ricciardi
Luigi Aquilino
Mario Rastelli
Pasquale Sardone
Giuseppe Arrè
Ettore Nordio

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