Chiesa

L’augurio del Vescovo Napolioni
“Pellegrini, non vagabondi”

Il Vescovo di Cremona, nell’intervista a Cremona1, tocca i temi della pace, della complessità del nostro tempo, dei giovani con i quali dobbiamo costruire progetti ricchi di senso.

“La Pasqua in radice è un evento drammatico: la passione e morte di Gesù, la fuga dei discepoli. La Pasqua è il dramma della storia umana nella quale Dio entra con amore per portare l’amore, il dono di sé. Se la viviamo così, la Pasqua è il motore della pace, la possibilità di costruire la pace. A partire da noi stessi. La Pasqua viene a dare Pace a chi non sa darsela”. Inizia con questa riflessione l’intervista, a cura del direttore Lucio Dall’Angelo, che come da tradizione, monsignor Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona dedica ai fedeli, ma anche a tutti gli uomini alle donne di buona volontà attraverso Cremona1.

Una riflessione che prende le mosse da quanto sta accadendo in Terra Santa, ma si allarga a tutte le aree del mondo segnate dalla guerra. E se il tema è la discordia, la riflessione del Vescovo Antonio prosegue mettendo l’accento su ciò possiamo fare per essere messaggeri di pace.

Dobbiamo lavorare sulle nostre coscienze, rendendole sensibili, non anestetizzate. Ciò che accade nel mondo dipende anche da me. E io posso contribuite a cambiare le scelte del mondo cominciando da me stesso, dalle mie scelte. Dobbiamo evitare di ricadere in un individualismo fazioso: far prevalere la cooperazione, l’attenzione agli altri, la cura. Facciamo manutenzione della nostra coscienza e dei nostri stili di vita. Così saremo messaggeri, testimoni di pace”.

Poi un accenno ai giovani, presente e futuro delle nostre comunità. “Il mondo giovanile mi appassiona. Mi chiedo però quanto noi adulti li sappiamo rispettare nelle loro attese, i giovani. O se invece non li stiamo sostituendo in una forma di giovanilismo che li sta comprimendo, perché noi rinunciamo ad essere per loro punti di riferimento. Dobbiamo coinvolgerli in esperienze ricche di senso. Ma dobbiamo anche saperli cercare, saperli trovare per costruire insieme un progetto, progetti sui grandi temi”.

Infine l’augurio per i cristiani, per i fedeli, ma anche per tutti gli uomini e le donne di buona volontà da parte di monsignor Napolioni. “L’auguro è di farci pellegrini in Terra Santa proprio mentre non possiamo andare in Terra Santa. Riconoscendo che siamo pellegrini in questa terra, nelle nostre relazioni. E questa terra richiede che siamo pellegrini, non vagabondi”.

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