Cronaca

Mancato rinnovo contratto
gdo, lavoratori in sciopero

Sabato mattina le categorie sindacali del commercio di Cgil, Cisl e Uil cremonesi si sono radunate davanti alla Lidl di via Castelleone, per manifestare contro il mancato accordo per il rinnovo, da parte di Federdistribuzioni, del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Distribuzione Moderna Organizzata. Uno sciopero deciso alla volta di mercoledì, dopo la rottura del tavolo delle trattative.

Dunque, a partire dalle 10, un nutrito gruppo di manifestanti si è radunato con bandiere, striscioni e volantini da distribuire nel parcheggio del supermercato.

LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO

“In questo settore della distribuzione moderna organizzata gli altri contratti di Confcommercio, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa sono già stati sottoscritti, mentre per Federdistriuzioni l’accordo non è stato raggiunto” sottolinea Marco Tencati segretario Uiltucs. “Nella giornata di mercoledì l’associazione ha avanzato ulteriori pretese totalmente irricevibili da parte delle organizzazione sindacali, oltre che per una questione di principio, anche perché essendo stati sottoscritti altri contratti con determinate previsioni contrattuali ed economiche, sottoscriverne uno con diverse caratteristiche non era accettabile, per non creare differenze tra i lavoratori e concorrenza sleale tra le imprese”.

Le richieste di Federdistribuzione che hanno trovato il veto dei sindacati, sono molteplici: “Una maggiore flessibilizzazione e precarizzazione del lavoro, una sorta di demansionamento coatto e svalorizzazione delle professionalità dei lavoratori” spiega Omar Bresciani, segretario organizzativo Fisascat Cisl. “Inoltre, l’associazione si pone in una maniera molto ambigua, affermando di voler tutelare i lavoratori disincentivandoli a questa giornata di protesta e motivando la scelta rispetto a una volontà di tutela dei lavoratori che però non c’è”.

D’altro canto, la preoccupazione dei sindacati rispetto al comportamento di Federdistribuzioni ha una matrice antica: “Già nel 2015, quando apri, Federdistribuzioni andò a rinnovare il contratto di allora dopo 45 mesi, lasciando quindi i lavoratori senza alcun aumento di stipendio e creando un gap di massa salariale” evidenzia Angelo Raimondi, segretario provinciale Filcams Cgil. “Non vorremmo che oggi, dopo 51 mesi che non viene rinnovato, faccia ancora lo stesso giochetto. Federdistribuzione spinge su aspetti normativi che vanno a peggiorare gli auttuali diritti delle persone, e quindi è un passo indietro per tutti”.

Laura Bosio

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