Politica

Ventita cavidotti Aem, FDI accusa:
Operazione passata sotto silenzio

Stefano Foggetti e  Alessandro Zagni, rispettivamente coordinatore cittadino e capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, attaccano l’amministrazione comunale sulla tema della vendita dei cavidotti di proprietà Aem (società totalmente partecipata dal Comune), acquistati a seguito di asta pubblica da A2A per una cifra di 17 milioni di euro.

Un’operazione di questa  consistenza sarebbe dovuta passare attraverso una discussione in Consiglio Comunale, mentre la Giunta Galimberti – affermano i due esponenti di FDI in una nota – giustifica la copertura politica dell’operazione rimandando all’approvazione da parte del consiglio comunale del Documento Unico di Programmazione (DUP) per il triennio 2024-2026.

“Per chi non lo sapesse – continuano –  il DUP altro non è che il documento che identifica le linee strategiche e programmatiche dell’Ente, al cui interno è riportato di fatto tutto lo scibile riferito alla macchina comunale. Parliamo per capirci di un testo di cinquecentonovantatre (593) pagine, allegati esclusi, in cui lo spazio dedicato all’alienazione appena avvenuta ricopre in tutto sei (6) righe, di cui solo una parla esplicitamente di alienazione.

“Dal punto di vista formale tutto regolare ma ci chiediamo se un’operazione da 17 milioni debba riferirsi ad una “così approfondita discussione”, quasi facendola passare di nascosto, o se forse avrebbe dovuto essere ben evidenziata e discussa all’interno del massimo consesso comunale. Ricordiamo che operazioni di analogo valore (vedi intervento su comparto ex ospedale San Francesco – palazzo Radaelli) sono state non solo maggiormente evidenziate, ma si sono spesi fiumi di inchiostro di comunicati stampa da parte dell’amministrazione e da sindaco e vicesindaco”.

 

“NESSUNA VISIONE DI CITTA’ IN QUESTA VENDITA”
Secono i due esponenti politici, “non c’è traccia né comunicazione in questa operazione di una visione di città. Ovviamente il bando non può vincolare l’acquirente ad un determinato utilizzo dei beni, ma una amministrazione con meno sudditanza nei confronti di A2A (a cui purtroppo tutto ha venduto), potrebbe sicuramente stendere quantomeno un memorandum di intesa con l’acquirente su una direzione di parte degli investimenti legati a questo asset in funzione dello sviluppo e del benessere della città. O anche solo di un miglioramento della loro gestione”.

Vengono fatti alcuni esempi: incrementare le colonnine per le ricariche di auto elettriche o potenziare la fibra ottica; o ancora pensare che “i cavi possano essere proposti a tutta quella miriade di soggetti che sono costretti a bucare le strade di Cremona per posa di propri cavi quando con questi disponibili lo scavo sarebbe eliminato o ridotto fortemente (con quello che ne consegue di migliore manutenzione del manto stradale)”. Il Comune, infine, avrebbe potuto proporsi come “coordinatore degli stessi interventi, in modo da evitare quello stillicidio di scavi e controscavi a distanza magari di poche settimane”.

Rimane, infine, ad oggi, è la conclusione, “la grande incognita a cosa serviranno questi 17 milioni di euro a disposizione della controllata del Comune. Il duo Galimberti-Virgilio coerentemente con il silenzio che li ha contraddistinti fino ad ora non hanno minimamente fatto cenno alla visione di città in cui andare ad insistere grazie a questo piccolo capitale.
Magari anche qui ci permettiamo di dare un suggerimento e ricordare un grande tema su cui il loro silenzio continua ad essere proverbiale: convenzione SABA”.

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