Ambiente

Storti e Bellini (Pd), prove di pace
con i contras del biometano

I due esponenti del Partito Democratico dopo le parole di Pizzetti sui rapporti Comune - A2A: "Vanno ringraziati i cittadini e associazioni per aver richiamato con determinazione l’attenzione sui temi della salvaguardia del territorio e dell’ambiente contribuendo a sensibilizzare molte altre persone più rassegnate agli eventi".

L'area dove è previsto che sorga l'impianto alla periferia sud est di Cremona (Foto Sessa)

Sono due esponenti del Pd, Giancarlo Storti e Stella Bellini, a ritornare su uno dei temi di contrasto tra il popolo del centrosinistra, ossia i rapporti di subalternità tra il Comune di Cremona e A2A, dopo le dichiarazioni di Luciano Pizzetti della settimana scorsa (“con A2A la scommessa era: noi conferiamo valore, voi fate investimenti importanti sul territorio. È un impegno che si erano assunti allora e che deve essere mantenuto. Io considero le posizioni che ho letto da parte dei responsabili di A2A assolutamente sbagliate e fuori luogo: non si possono permettere di parlare di “sindrome di Nimby” a proposito del biometano perchè lì ci sono preoccupazioni reali di persone e di imprese. A2A dovrà fare investimenti che aiutino a superare i timori e le contrarietà).

“Sono condivisibili  – scrivono i due – le considerazioni di Pizzetti su ruolo e funzioni delle multiutilities ed il rapporto con le comunità ed amministrazioni territoriali, ragioni che finora erano state sotto traccia, sia nel dibattito pubblico che all’interno della coalizione di maggioranza di centrosinistra e nello stesso PD. E’ difficile che Cremona possa essere nel CdA con una quota minoritaria di azioni. Quindi è necessario far valere la ragione politica e le leve autorizzative che si possono usare. Tema, quello del peso politico in A2A, che la futura amministrazione della città non potrà non affrontare, con le opportune alleanze, specialmente nei casi come questo in cui è in gioco l’equilibrio del nostro territorio”.

Giancarlo Storti, presidente assemblea provinciale Pd

Storti e Bellini cercano insomma una strada per riallacciare i rapporti con quegli esponenti del centrosinistra (il presidente del Comitato BiometaNO Luigi Lipara; il sindaco di Gerre de Caprioli Michel Marchi) che proprio sulla questione biometano si sono alleati con i movimenti ambientalisti e con M5S.

“Non vi è dubbio – continuano infatti Storti e Bellini –  che è stata l’azione del Comitato dei cittadini che vede partecipi anche due comuni limitrofi (Bonemerse e Gerre dè Caprioli) ad iniziare la battaglia contro il progetto A2A e che con la loro azione hanno ottenuto la Valutazione di Impatto Ambientale, all’inizio non prevista e che è stata poi sollecitata anche dal PD cittadino e provinciale. L’iter della VIA è in corso e probabilmente si chiuderà fra alcuni mesi”.

“Ammesso che A2A ottenga l’autorizzazione a costruire l’impianto, che fine farà l’inceneritore la cui attività è autorizzata fino al 2029? Chiuderà in ogni caso come ha sostenuto da sempre dalla Giunta Galimberti o continuerà ad operare, considerato che è indispensabile per l’impianto di biometano? Il nodo va sciolto”.

Stella Bellini, Pd

“Tutti sanno che il ‘biometano’ inquina meno del biogas, ma si tratta di fonti considerate accettabili per favorire la transizione ecologica, senza dimenticare che l’obiettivo strategico che gli Stati d’Europa hanno concordato è zero emissioni entro il 2050 (cioè dopodomani). Questo, per evitare ulteriore riscaldamento del pianeta terra di cui siamo ospiti temporanei, è l’obiettivo importante per le nuove generazioni, che non si raggiunge se non si coordinano gli interventi, se c’è chi nega e c’è chi specula”

“Da cittadini – continuano i due esponenti Dem –  non da esperti, i punti critici che sono emersi su questo nuovo impianto di biometano sono:
– questo progetto non fa chiudere ma si aggiunge ai più inquinanti vecchi impianti che producono biogas, che solo in provincia di Cremona sono circa 250 (1600 in Italia);
– l’area sulla quale verrebbe a collocarsi ha già molte criticità;
– i mezzi che trasporteranno ‘le materie prime’ per il suo funzionamento passerebbero o nei comuni limitrofi o addirittura su strade cittadine (pur periferiche) ma trafficate;
– il progetto se realizzato, prevede l’attività (per ragioni di ammortamento) di almeno 40 anni andando quindi molto oltre il 2050 fissato dalla UE;
– come già detto, questo impianto per produrre ha la necessità di utilizzare l’attuale termovalorizzatore la cui attività dovrebbe scadere nel 2029. In molti sono convinti che l’attuale inceneritore continuerà a lavorare oltre il 2029. Se è così va detto”.

“Come cittadini  – concludono infine – auspichiamo che il percorso della VIA sia negativo per questo impianto  e che quindi, finalmente, si possa chiudere l’inceneritore e rilanciare la raccolta differenziata puntando per davvero sul ciclo integrale dell’economia in cui si inserisce anche l’ultima direttiva UE , in via di emanazione, sul riutilizzo degli imballaggi.
Quel poco residuo, di rifiuti della città, non riciclabile si può conferire comodamente a Brescia che ha un termovalorizzatore ben più grande e performante”.

“E’ necessario continuare a studiare e realizzare soluzioni che tengano conto della rigenerazione del territorio (aria, acqua, suolo) con l’ausilio di tutte le varie tecnologie possibili e compatibili. In questo caso vanno ringraziati i cittadini e associazioni per aver richiamato con determinazione l’attenzione sui temi della salvaguardia del territorio e dell’ambiente contribuendo a sensibilizzare molte altre persone più rassegnate agli eventi”. gb

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